Incendi boschivi dolosi per favorire la caccia al cinghiale

Svolta nelle indagini dei carabinieri nel casertano

I militari appartenenti alla stazione carabinieri forestale di Calvi Risorta, unitamente a quelli dei reparti di Formicola e San Gregorio Matese, hanno dato esecuzione all'ordinanza di misura cautelare (obbligo di presentazione tutti i giorni alla polizia giudiziaria) emessa, su richiesta della Procura della Repubblica, dal Gip presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, nei confronti di due persone gravemente indiziati di avere, in concorso tra loro, appiccato tre distinti incendi boschivi di natura dolosa, sul versante est del rilievo montuoso denominato "Monte Maggiore", tutti verificatisi nel comune di Rocchetta e Croce, con l'aggravante per aver danneggiato un bene protetto e cagionato un danno grave, esteso e persistente all'ambiente.

Il primo dei tre incendi boschivi, risalente al 16 luglio 2018, è stato innescato alla località "Fionlolaturo", nota anche come "Rena Bianca" ed ha interessato una superficie di circa 500 mq ricoperta da un soprassuolo di specie quercine e di conifere ricadente in zona sottoposta al vincolo idrogeologico, vincolo
paesaggistico ed al vincolo legato all'appartenenza alla rete Natura 2000 quale area Sic.

Il secondo evento, risalente al 13 agosto 2018, è stato appiccato alla località "Monte Vetrine" ed ha interessato una superficie di circa 4000 mq di un bosco ceduo di essenze quercine ricadente in zona
sottoposta al vincolo idrogeologico, vincolo paesaggistico ed al vincolo legato all'appartenenza alla rete
Natura 2000 quale area SIC.

L'ultimo incendio boschivo, il più recente, è stato invece appiccato l'11 giugno 2019, alla località
"Fontana Loreta" in adiacenza alla Sp 194, interessando circa 5000 mq di un bosco ceduo di essenze
quercine ricadente in zona sottoposta al vincolo idrogeologico, vincolo paesaggistico legato
all'appartenenza alla rete Natura 2000 quale area Sic. 

Le attività investigative, svolte dai militari della stazione carabinieri forestale di Calvi Risorta,
coordinate dalla Procura, avevano già avuto inizio l'anno scorso quando si era notata la presenza
sospetta di un ragazzo e di una ragazza che si aggiravano, nei luoghi interessati dall'incendio boschivo
verificatosi a Rocchetta e Croce, a bordo di una fiat grande punto.

Con l'aiuto di una telecamera di videosorveglianza presente nella zona interessata dall'incendio, erano stati notati tre passaggi lenti e l'autovettura con a bordo la coppia di ragazzi. E' risultato, inoltre, fondamentale l'apporto di un testimone che era presente in zona.

Gli investigatori hanno ipotizzato che gli indagati abbiano agito con lo specifico intento di avvantaggiare
l'indagato, nella pratica della caccia al cinghiale, ovvero per concentrare gli animali selvatici in un
determinato areale al fine di rendere molto più agevole l'abbattimento e la cattura con delle trappole
"lacci" in quanto gli ungulati non frequentano le aree che sono state percorse dalle fiamme.