La vera storia di Sadaoui, fermato per terrorismo a Caserta

Eseguito ordine di arresto internazionale. Era seguito da due anni

Caserta.  

La polizia di Stato di Caserta insieme alla Digos avevano avuto notizie sulla presenza Mourad Sadaoui, algerino di 45 anni, nel territorio tra Caserta e Napoli dal 2017. “È il primo foreign fighters di ritorno dalla guerra islamica che viene catturato in Italia - dice in conferenza stampa Claudio Galzerano, capo centrale della polizia di prevenzione”.

L’uomo era arrivato in Italia nel 2003 con permesso di soggiorno, viveva a San Marcellino e faceva lavori edili. Nel 2013, grazie ai controlli dell’ufficio immigrazione, alla richiesta di rinnovo non gli viene accettato e da quel momento si perdono le sue tracce. Secondo i poliziotti sarebbe ritornato in Algeria e li si sarebbe radicalizzato e poi partito per Iraq e Siria.

“Non sappiamo poi - dice Galzarano - come sia arrivato di nuovo in Italia quando è fuggito via dallo stato islamico e precisamente nemmeno quando, abbiamo avuto il sentore della sua presenza solo dal 2017 in poi, ma visto che con se aveva 2 cellulari da lì cercheremo di capire i collegamenti e anche chi lo ha aiutato sul territorio”. 

Il 45enne, senza famiglia in Italia,  era ricercato in campo internazionale poiché colpito da mandato di cattura emesso dal Tribunale di Constantine (Algeria) per partecipazione a organizzazione terroristica. Infatti, era schedato nella lista dei 200 radicalizzati algerini e non nei 138 italiani ed è per questo che, secondo gli agenti, sarebbe ritornato in Italia e non in Algeria.

“È stata molto difficile la sua cattura - spiegano in conferenza il questore Antonio Borrelli e Galzarano - perchè ora viveva di espedienti. È stato arrestato in un casolare di Acerra, un posto di campagna, non circondato da case e buio quindi era anche facile intuire la nostra presenza, ma soprattutto si muoveva spesso e non stava sempre nello stesso posto. Vorremmo sottolineare l’importanza dell’operazione - dicono - che ha coinvolto un intero sistema internazionale che ha funzionato. Ma l’importanza della cattura del foreign fighter è data dal fatto che sono persone molto pericolose che, oltre ad aver maturato un’esperienza nel combattimento sono anche degli sbandati e riescono ad esportare la loro radicalizzazione anche in altri contesti”.

Il 45enne ora è in attesa di essere estradato in Algeria. L’algerino era noto al servizio per il contrasto del terrorismo esterno della DCPP poiché segnalato nel 2016 dall'Aisi e da Interpol in una lista di combattenti partiti per unirsi ai gruppi jihadisti operanti nel teatro siro-iracheno.