Gaetti: "Scenario da guerra, misure adeguate contro i clan"

Il sottosegretario in Prefettura per un vertice antiracket dopo minacce alla pizzeria Di Matteo

Caserta.  

Con Di Matteo e tutti gli imprenditori minacciati”. Così il sottosegretario Luigi Gaetti da Caserta commenta i colpi d'arma da fuoco nella notte contro la pizzeria "Di Matteo" in via dei Tribunali, nel centro storico. In uno dei locali storici più noti della città, sono stati ritrovati quattro fori nella serranda e nove bossoli sul selciato. Il sottosegretario è arrivato a Caserta per un incontro con il prefetto sulle vittime di camorra e l’antiracket.

“La pesante minaccia di oggi, dopo la bomba intimidatoria alla pizzeria Sorbillo - dice Gaetti - è l'ennesimo chiaro segnale della grave situazione esistente , l'ennesimo segnale che segna la presenza forte della camorra nell’hinterland di Napoli. Nove bombe in un mese, organizzazioni criminali fameliche che  – dopo la parziale dissoluzione di un assetto camorristico potentissimo e pluridecennale – si sono avventate su Afragola e  nel cuore del centro storico di  Napoli, colpendo oggi un’altro simbolo per tutti noi, la Pizzeria storica Di Matteo . Le tante persone perbene che vivono in quest'area non meritano uno scenario degno di un territorio di guerra - continua il sottosegretario all’Interno  -

La camorra dopo anni di dure sconfitte sta provando a rialzare la testa ed è, quindi, questo il momento di affermare ancora di più' la presenza dello Stato.Siamo certi che i proprietari della pizzeria “Di Matteo” e tutti gli altri imprenditori minacciati proseguiranno' nel loro impegno di denuncia e di 'affermazione della legalità', senza lasciarsi turbare da questi vili episodi.

Dobbiamo indirizzare il nostro lavoro istituzionale a contrastare queste continue minacce - conclude - la camorra chiede il silenzio che trae origine dall’oggettiva carenza di una solida, diffusa, capillare rete di fiducia nello Stato. Lo Stato sostiene ed incoraggia chi decide di opporsi a questi atti intimidatori e decide di denunciare”.