Morì dopo trasfusione sangue infetto: risarcimento milionario

Agli eredi il ministero della Salute dovrà corrispondere oltre un milione di euro

Caserta.  

Morì per un tumore al fegato e una cirrosi epatica da epatite C, contratta dopo trasfusioni di sangue infette durante i cinque giorni di ricovero all'Ospedale Civile di Caserta.
Agli eredi dovrà essere pagato un risarcimento da un milione di euro oltre a cinquantamila euro di interessi legali.
Lo ha deciso il tribunale di Roma con una sentenza di oggi. I fatti risalgono al giugno del 1983 e il giudice ha ravvisato responsabilità del Ministero della Salute per aver omesso o ritardato l'adozione di cautele gia` conosciute alla scienza medica, il cui impiego avrebbe evitato o quantomeno ridotto sensibilmente il rischio di contagio anche per il virus HCV, che ancora non era stato esattamente identificato, e per avere tenuto un comportamento non diligente nei controlli. La donna all'epoca aveva 39 anni, per anni il virus è rimasto silente, agendo piano piano sul fegato della donna, che non aveva avvertito alcun sintomo fino a 5 anni prima della morte, avvenuta nel 2011.