Furti nelle case, maxi blitz dei carabinieri di Caserta VIDEO

Indagini avviate dopo morte di un carabiniere investito da treno durante inseguimento di un ladro

Caserta.  

Blitz all'alba dei carabinieri della Compagnia di Caserta che hanno notificato numerose misure cautelari nei confronti di persone residenti a Napoli con l'accusa di furto aggravato. Provvedimenti chiesti dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere e firmati dal Gip del Tribunale sammaritano. Nel mirino dei carabinieri decine di furti commessi nelle abitazioni. L’operazione scaturisce, tra l’altro, anche dall’arresto in flagranza avvenuto lo scorso 6 novembre di tre persone. Un'operazione nel corso della quale perse la vita il vicebrigadiere Emanuele Reali che, durante l'inseguimento, era stato travolto da un treno.

Ulteriori dettagli saranno resi noti nel corso della conferenza stampa indetta presso la Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, alle ore 10.30

AGGIORNAMENTO

Sono dodici in tutto le misure cautelari emesse dal gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere. Sei le persone in carcere ed altrettante ai domiciliari con la disposizione dell'utilizzo del braccialetto elettronico. Per tutti l'accusa è di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di un numero indeterminato di delitti contro il patrimonio ed in particolare di furti in appartamento e rapine. Gli indagati dovranno anche rispondere di 17 furti in abitazione, consumati o tentati, e rapine, nelle città di Caserta, Napoli e Salerno, tra il 13 luglio ed il 6 novembre 2018.

L'attività investigativa è stata avviata il 13 luglio 2018,dopo un tentativo di furto in un appartamento a Caserta, dove un gruppo di 6 persone aveva tentato di forzare la porta d'ingresso di una casa in via Lincoln. In quel caso il colpo era fallito grazie all'improvviso rientro dei proprietari dell'abitazione.

Scattato l'allarme, i carabinieri individuarono le tre auto utilizzate per la fuga dai banditi. Ne nacque un inseguimento che si concluse con l'arresto di uno dei ladri. L'attenzione degli investigatori dell'Arma si concentrò sui vari grimaldelli ed arnesi per lo scasso ritrovati all'interno delle auto che erano state abbandonate. Uno dei veicoli sequestrati era intestato ad una donna che aveva denunciato il furto dopo l'episodio e che ora è al centro dell'ordinanza di custodia cautelare. A ritirare l'auto presso i carabinieri, dopo gli accertamenti era stato il marito della proprietaria. Un nome che, però, era risultato anche l'intestatario per il noleggio di un'altra auto sequestrata. Di qui i militari hanno esteso le indagini ai due e sono arrivati ad identificare tutti i presunti appartenenti al gruppo di ladri.

Ed ancora, dopo qualche giorno l'uomo indagato con altri due complici aveva tentato di recuperare gli arnesi per lo scasso ed un sacchetto di cellophane nascosti sotto il sedile posteriore di una delle auto sequestrate e trasferite in un deposito giudiziario.

Materiale che, però, era stato già preso dai carabinieri.

Ruolo fondamentale nella banda anche quello delle donne che “si sono recate – spiega in una nota il procuratore capo Antonietta Troncone - in diverse circostanze a recuperare i sodali in occasione di furti non "riusciti", come quelli del 13 luglio e del 6 novembre 2018 a Caserta, ovvero hanno partecipato alla commissione di furti con il compito di "palo" per segnalare l'eventuale arrivo delle forze dell'ordine.

Così agivano i ladri

L'attività investigativa si è svolta con i tradizionali metodi di osservazione, pedinamento e con intercettazioni

- gli obbiettivi venivano selezionati, mediante accurati sopralluoghi, tra i condomini con appartamenti dotati di portoncini con serrature a cilindro di tipo "europeo";

- localizzato l'obbiettivo, venivano parcheggiate le autovetture già pronte per la fuga e venivano posizionati i "pali", dotati di radio ricetrasmittenti per le comunicazioni;

- gli altri componenti, invece, si recavano presso le abitazioni, dopo aver accuratamente accertato che i proprietari non vi fossero; dato di cui si accertavano citofonando ripetutamente e ad intervalli di tempo brevi;

- sicuri dell'assenza dei proprietari, i componenti della banda criminale entravano negli appartamenti, servendosi delle caditoie dell'acqua ed introducendosi dai balconi ovvero forzando le serrature mediante asportazione della protezione delle stesse; quest'ultima operazione avveniva con l'utilizzo di chiavistelli, cacciaviti, chiavi inglesi da meccanico modificate, chiavi bulgare, tanto da riuscire a rimuovere ogni forma di protezione. Gli attrezzi, che fino a quel momento erano custoditi nelle vetture parcheggiate nelle vicinanze, venivano, all'occorrenza e su richiesta telefonica o radio, portati materialmente a coloro che si trovavano davanti alla porta da scassinare;

- una volta razziato l'appartamento, i malviventi si dileguavano a bordo di almeno due autovetture, rigorosamente prese a noleggio, per poter eludere il successivo controllo delle forze di Polizia, potendo contare su strutture dell'associazione stabilmente dedite al recupero degli esecutori materiali dei furti;

- la refurtiva asportava variava a seconda dell'obbiettivo avuto di mira: i gioielli ed i monili in oro

Sempre secondo la ricostruzione della Procura, n soli tre mesi gli indagati avrebbero guadagnato circa 280.000 euro, "lavorando notte e giorno".
L'attività del gruppo era stata interrotta dai Carabinieri di Caserta subito dopo un furto in appartamento, consumato nel il 06 novembre 2018, quando, come si ricorda, nel corso dell'inseguimento dei malviventi morì il carabiniere Emanuele Reali del Nucleo Operativo di Caserta.