Sospeso il parroco esorcista di Casapesenna

La famiglia ingaggia l'avvocato Taormina contro "Le jene" per difendere don Michele Barone

Caserta.  

Come nel film di Scott Derrickson, nel copione di questa storia che viene da Casapesenna c’è di tutto. Lui, don Michele Barone, parroco del santuario Mia Madonna quella ragazza “posseduta” avrebbe voluto liberarla con pratiche di esorcismo. Sostenuto dalla famiglia, durante le messe apriva “parentesi” dedicate alla vicenda con rituali particolari e preghiere. Il problema è che la tredicenne, con problemi di salute veri, l’approccio “sacro” non riusciva a sopportarlo e questi riti finivano per irritarla e stressarla, al punto tale che la sorella maggiore, lontana dalla famiglia per altre tristi vicende, si è decisa a fare luce chiedendo l’intervento delle forze dell’ordine con un esposto.

Procura e Tribunale dei minori hanno acceso un faro sulla vicenda che in quella parrocchia andava avanti da mesi, ma la ribalta nazionale della trasmissione “Le jene”, anche questo copione triste, molto triste, ha amplificato il caso costringendo la Chiesa, prima distratta rispetto alla richiesta di intervento, a intervenire. Con un provvedimento firmato dal vescovo di Aversa, monsignor Angelo Spinillo, don Michele Barone è stato sospeso dall’esercizio delle funzioni religiose.

Fin qui il caso spicciolo, sul quale sarà la magistratura a dover fare chiarezza. Poi c’è il caravanserraglio che storie simili immancabilmente si portano dietro. La famiglia ha preso le difese del prete e si è rivolta ad uno dei migliori avvocati italiani per intentare una causa risarcitoria contro “Le jene”. La comunità dei fedeli si è divisa in due, tra coloro che ritengono congrue le pratiche di don Michele Barone e quelli che, al contrario, condannano una Chiesa ancorata a credenze medievali.

In mezzo, inaudita altera parte, c’è lei, la tredicenne, che in qualche modo andrebbe tutelata, proprio come nel film di Scott Derrickson, “L’esorcismo di Emily Rose”, per evitarle di pagare da sola tutte le cure amorevoli che chiesa e famiglia le volevano dare.