Gli agenti della Dia di Napoli stanno portando a termine, tra Napoli e Caserta, in queste ore, un provvedimento restrittivo della liberta personale nei confronti di 7 persone, dirigenti e funzionari della direzione sanitaria dell’ospedale 'S. Anna e S. Sebastiano' di Caserta, oltre che di diversi imprenditori napoletani e casertani, titolari di aziende nel settore dei servizi sanitari e ospedalieri. Le misure sono state disposte dal gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere su richiesta della Procura della Repubblica. L’indagine riguarda l’affidamento e gestione degli appalti all’interno della struttura sanitaria pubblica e ha permesso di accertare, secondo la ricostruzione dell'accusa, la manipolazione di varie gare di appalto per decine di milioni di euro in cambio di tangenti sotto forma di denaro o altre utilità. Verificati anche numerosi falsi in atti pubblici, commessi per omettere i controlli sul corretto svolgimento dei servizi da parte dalle ditte affidatarie ed eludere le attività investigative in corso senza, osserva il gip, "il benché minimo interesse per la tutela della salute dei pazienti e la tutela degli interessi dell’ospedale di Caserta". Figura centrale della presunta rete corruttiva era Carmine Iovine, già direttore della Direzione Medica del Presidio Ospedaliero dell’Azienda Sanitaria di Caserta e, successivamente, dell’Unità Operativa Complessa Programmazione e Pianificazione Sanitaria, cugino di Antonio Iovine, killer e vertice della omonima fazione del clan dei Casalesi, oggi collaboratore di giustizia. A proposito di Iovine, gli investigatori parlano di "personalità assolutamente allarmante, spregiudicata e incline al crimine", Iovine, secondo gli investigatori "faceva evidente mercimonio di posti di lavoro sia presso l’ospedale che presso le stesse ditte affidatarie dei servizi, secondo una logica clientelare".
Appalti truccati in ospedale: 7 arresti per corruzione
Operazione della Dia di Napoli: nel mirino dirigenti e funzionari dell'ospedale di Caserta
Caserta.