In relazione alla crisi occupazione che investe diverse tra le più importanti realtà lavorative di Terra di Lavoro, il Parlamentare Arturo Scotto (Sinistra Italiana - Sinistra Ecologia Libertà) ha presentato la seguente interrogazione parlamentare al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali.
"Dal 1 Gennaio 2015 è entrata in vigore la riduzione dei trattamenti economici di mobilità prevista dalla «riforma Fornero»; tale processo porterà nel 2017 ad unico trattamento di disoccupazione (la «NASPI») della durata di 12 mesi per tutti, a prescindere da età, territorio e settore produttivo, a differenza di quanto avviene con l'attuale disciplina; i decreti attuativi del< Jobs Act> hanno definito la fine della mobilità in deroga nel 2016, ma nel frattempo il Ministero del lavoro e delle politiche sociali attraverso la circolare 40/0005425 del 24 novembre 2014 ha escluso la possibilità di accedere alla mobilità in deroga per tutti i lavoratori che avrebbero terminato nel 2015 e nel 2016 la mobilità ordinaria; in tal modo, dunque, i lavoratori licenziati e collocati in mobilità che hanno avuto la mobilità in deroga nel 2014 hanno avuto la possibilità di continuare a percepirla per altri otto mesi, mentre coloro che nella stessa azienda hanno terminato la mobilità ordinaria nel 2015 e nel 2016 non hanno avuto diritto neppure ad un mese di proroga; Perché tutto questo?
Eppure, inizialmente, il «decreto Poletti» n. 83473 del 1 agosto 2014 aveva lasciato la possibilità di accesso a tutti i lavoratori per altri otto mesi alla sola condizione di non aver superato i 36 mesi di mobilità in deroga; tale situazione ha creato una forte discriminazione per migliaia di lavoratori in tutta Italia, rimasti senza reddito per non aver mai usufruito di sostegno in deroga; sulla scorta di tali norme la regione Campania ha, nel mese di aprile 2016, sottoscritto con un solo sindacato (e rompendo dunque l'unità sindacale, che si era creata) un'intesa sugli ammortizzatori sociali; tale intesa ricalca, sostanzialmente, quanto sopra citato e crea dunque un'enorme differenza di trattamento tra chi ha concluso la fase di mobilità ordinaria nel 2014 e chi l'ha conclusa nel 2015 e nel 2016; in una regione come la Campania, fortemente colpita dalla crisi economica di questi ultimi anni, una condizione di tal fatta rischia di mettere in ginocchio la vita di numerose famiglie; tale scenario risulta ancora più tragico nella provincia di Terra di Lavoro, in cui ad oggi 1500 lavoratori appartenenti ad aziende metalmeccaniche, non hanno più ossigeno economico, nonostante impegni ed accordi fatti con le istituzioni locali, regionali, che prevedevano a seguito dei fallimenti degli storici gruppi aziendali, accordi stipulati dal piano di coesione sviluppo, ma soprattutto entrata di reddito per le famiglie. Ora noi tutti chiediamo un intervento concreto del Governo per correggere questo scenario tragico. Chiediamo la riattivazione di politiche di sviluppo per i lavoratori, ma soprattutto chiediamo iniziative per evitare che i lavoratori lascino ogni forma di reddito.
Redazione Ce