Il 1 Giugno partirà il famoso tavolo tecnico in Regione sulla famosa questione del Bacino di Crisi di Caserta. I lavoratori lanciano un nuovo appello alle istituzioni, a partire dal presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca: "Ci auguriamo che il tavolo tecnico possa definire delle soluzioni rapide per lo sviluppo, vogliamo ricordare alla Regione Campania che c'è in gioco la vita di 1200 lavoratori. La politica se così la possiamo definire dovrà dimostrare di trovare una soluzione rapida per la spinosa vicenda lavorativa che riguarda Terra di Lavoro. Ci rammarica il disinteresse da parte del Presidente De Luca. Nel momento in cui si deve agire per salvare l'economia casertana, il nostro caro Presidente sbarca a Caserta sbandierando con le parole di chi si definisce "Il Messia della politica" il suo impegno per lo sviluppo culturale di "Terra di Lavoro"- non citando mai la questione drammatica dei lavoratori Del Bacino di Crisi di Caserta.
Caro Presidente si ricordi che i diritti se non sono per tutti diventano sempre dei privilegi. Si ricordi che c'è la vita in gioco di tante famiglie, con figli piccoli, da crescere. Noi vogliamo ancora capire perché il suo governo regionale ha deciso di azzerare ogni forma di sostegno al reddito degli operai, non mantenendo neanche i patti per un impegno a risolvere la crisi occupazionale della nostra Provincia. Condanniamo in maniera spropositata la complicità degli amministratori locali a non aver citato per nessuna ragione la questione del Bacino di Crisi di Caserta durante questi comizi che noi definiamo delle vere sfilate elettorali per il voto. Cari politici ricordatevi che il silenzio non è l'arma per combattere lo sciacallaggio politico che si compie attorno alla tematica burrascosa del lavoro. Ci auguriamo che dal tavolo del 1 Giugno in Regione si possano trovare delle soluzioni, perché noi operai anche con la vita saremo pronti a scendere in strada per avere i nostri sacrosanti diritti. Non roviniamo il significato storico della vera Festa della Repubblica perché con questo Stato che ci rappresenta, noi non ci sentiamo più cittadini italiani.
Redazione Ce