Lavoratori della Jabil a rischio: l'azienda ha confermato la chiusura

Poche speranze per i 420 dipendenti in cassa integrazione fino al 31 maggio

lavoratori della jabil a rischio l azienda ha confermato la chiusura

Marcianise sotto pressione: la multinazionale dell'elettronica lascia a piedi tutti

Marcianise.  

Un Primo maggio amaro per i lavoratori della Jabil, dopo l'incontro avvenuto presso il Mimit a Roma. Nonostante le discussioni preliminari, la multinazionale americana ha confermato la decisione di chiudere il sito di Marcianise, lasciando pendente il futuro di 420 dipendenti in cassa integrazione con un contratto di solidarietà che scadrà il prossimo 31 maggio. Questa situazione di incertezza coinvolge anche altri lavoratori della nostra provincia, come i circa 200 dipendenti della Soflab, precedentemente impiegati presso la Jabil, ora a rischio licenziamento a seguito di un fallito progetto di reindustrializzazione.

La notizia della partenza della Jabil è stata ufficializzata durante l'incontro al Mimit, suscitando preoccupazione tra i sindacati e i rappresentanti locali. La Cgil ha espresso forte dissenso verso l'ennesima multinazionale che abbandona il territorio, contribuendo alla progressiva desertificazione industriale della provincia di Caserta e della Campania. Alcuni sindacalisti hanno sottolineato il valore delle competenze professionali accumulate nel tempo, soprattutto in settori cruciali per l'Italia come la transizione digitale, energetica e l'economia verde.

Nonostante l'impegno dei sindacati nel trattenere la Jabil, alcune voci propongono una visione diversa. Alcuni suggeriscono che, a lungo termine, aggrapparsi esclusivamente alla Jabil potrebbe non essere una strategia intelligente. Invece di cercare solo di trattenere l'azienda, si dovrebbe pressare il governo affinché sviluppi un piano alternativo e sostenibile per il territorio, oltre a garantire il sostegno finanziario attraverso Invitalia.

La decisione della Jabil di lasciare Marcianise ha scosso la comunità dei lavoratori, mentre sindacati e rappresentanti locali cercano soluzioni per evitare conseguenze sociali negative e pianificare un futuro economico più stabile per la regione.