Crisi bufalina: "Giù le mani della speculazione dal nuovo piano"

Lettera aperta all'assessore Caputo

crisi bufalina giu le mani della speculazione dal nuovo piano

In preparazione del nuovo appuntamento degli Stati Generali in difesa del patrimonio bufalino e del territorio, il suo portavoce diffonde una lettera aperta all’assessore regionale all’agricoltura...

Caserta.  

All’indomani della riunione del coordinamento unitario in difesa del patrimonio bufalino, il suo portavoce diffonde una lettera aperta all’assessore regionale all’agricoltura dal titolo: “Vai fino in fondo. Giù le mani della speculazione dal nuovo piano”

E’ passato un mese dalla bella manifestazione di sabato 29 gennaio scorso, quando, la grande spinta dal basso sviluppatasi con lo sciopero della fame promosso dal Coordinamento Unitario in Difesa del Patrimonio Bufalino, ha scandito a gran voce una forte, plurale e chiara richiesta da parte del territorio e della sua comunità di cambio profondo di direzione del piano di gestione della crisi bufalina.

La abbiamo definita con un titolo chiaro: “passare dalla strategia fallimentare degli abbattimenti indiscriminati alla efficacia della prevenzione ed eradicazione”; abbiamo chiesto alle istituzioni di dire con chiarezza che andavano garantiti gli interessi degli allevatori, dei trasfomatori e distributori artigianali, dei consumatori prendendo le distanze dalle molte speculazioni in atto.

La Regione diede in quei giorni una prima risposta: l’Assessore all’Agricoltura della Regione Campania ha annunciato sostanziali modifiche al piano accogliendo alcune delle proposte che avevamo avanzato e, fra queste, la vaccinazione e l’autocontrollo.

L’assessore Caputo ha annunciato, ribadendo la posizione nell’audizione tenuta il 10 febbraio nel Consiglio Regionale in cui noi stessi abbiamo potuto sottoporre le nostre proposte, che non appena il Ministero della Salute avesse dato il parere positivo, avrebbe riverificato con le parti sociali (e dunque anche con il Coordinamento Unitario) la nuova stesura del Piano alla luce delle nuove linee guida prospettate dalla Regione.

Sulla base di queste evidenze abbiamo espresso apprezzamento sul percorso riconoscendo all’Assessore all’Agricoltura Caputo la lungimiranza messa in campo ad imboccare la via del cambiamento ed abbiamo dato disponibilità a sostenere le iniziative nell’interesse della migliore riuscita del nuovo piano.

Oggi, a un mese di distanza da quella manifestazione e dopo che il Ministero della Salute ha espresso parere positivo alle nuove proposte avanzate dalla Regione, siamo ancora in attesa di verificare e confrontare quale sia nel concreto la proposta.

Nel frattempo i focolai ufficiali di brucella sono aumentati, la crisi delle aziende colpite diventa ogni giorno più insostenibile, l’attesa nel territorio di indicazioni chiare su come cambierà realmente il piano e di quanto sarà capace di essere diverso da quello fallimentare precedente, continua ad essere una incognita che pesa sulla possibilità di fare investimenti.

“Oggi sollecitiamo l’Assessore Caputo a compiere il percorso ed a passare senza indugi al confronto operativo su come concretamente si realizzano gli indirizzi annunciati” ha dichiarato Gianni Fabbris a nome del Coordinamento Unitario all’indomani della riunione tenuta domenica 27 febbraio ricordando quali sono gli elementi “minimi” fondamentali per esprimere un giudizio positivo sul nuovo piano e assicurare la condivisione.

Fra questi; “….la possibilità della vaccinazione dei capi fra i sei e i nove mesi deve essere pienamente garantita nell’area cluster e in quella limitrofa senza alcuna limitazione subordinata alla condizione delle aziende (si vaccinano gli animali e non le aziende), va messa in campo una sperimentazione che verifichi la possibilità di estenderla ai capi adulti, l’autocontrollo deve essere pienamente realizzato per come lo prevede il pacchetto igiene della legislazione comunitaria in ossequio al riconoscimento che gli allevatori sono Osa ed hanno la piena responsabilità del garantire la sicurezza alimentare e sanitaria nelle proprie aziende, le procedure e le tecniche per accertare in che modo si individuano e si trattano i casi effettivamente positivi sono fondamentali per evitare la vergogna del rapporto scandaloso fra i pochi capi realmente positivi accertati postmortem e gli oltre centomila ammazzati non positivi in nome di principi e pratiche evidentemente fallimentari”.

Aggiunge Fabbris: “Il confronto su questi 4 elementi è oggi fondamentale per passare, poi, ad affrontare gli altri aspetti pur decisivi che abbiamo indicato fra le nostre 20 proposte e ci aspettiamo di poterlo fare nel merito fin dalle prossime ore considerando strategico l’obiettivo di rendere efficace ed effettiva la realizzazione del cambiamento che tutti aspettiamo e su cui la comunità larga dei sindaci, sindacati, movimenti che sta partecipando agli Stati Generali in Difesa del Patrimonio Bufalino sta chiedendo”.

La riunione del Coordinamento di domenica ha, fra l’altro, deciso di preparare il percorso per convocare una nuova riunione degli Stati Generali proprio con l’obiettivo di sostanziare ed arricchire il progetto partecipato per rilanciare e difendere il Patrimonio Bufalino ed il territorio fondandolo sul cambiamento del Piano di gestione della Brucella e della Tbc. Passaggio, questo, ancora una volta pensato per assicurare all’azione istituzionale il supporto, la competenza e l’interesse del più vasto numero di protagonisti sociali.

“Nel ricordare alla Regione che il coinvolgimento responsabile è la migliore e indispensabile condizione per la condivisione e esortiamo l’assessore ad andare avanti, sottolineiamo che se qualcuno dovesse pensare di impedire il cambiamento annacquandone il significato o mistificandone le procedure, dovrà presto capire che la comunità degli allevatori e dei loro alleati ha le idee ben chiare e che il territorio ha imboccato una strada che non ammette tentennamenti ed equivoci” sottolinea Fabbris “Il cambiamento che chiediamo è reale e le scelte che andranno messe in campo sono altrettanto chiare: se ne facciano una ragione gli interessi speculativi che si sono ingrassati negli anni della gestione del vecchio piano. Il cambiamento significa rimettere al centro della strategia gli interessi degli allevatori, dei trasformatori e dei distributori artigianali prima di quelli della finanza e degli apparati tecnocratici e improduttivi”.