“La stabilità dell’emergenza indicata dai numeri non può essere certo considerata come una positiva, o confortante, proiezione delle statistiche sulla mortalità. L’unico vero dato è che il decremento registrato nei primi due mesi del 2019 si è smarrito già nel terzo mese dell’anno. E, così, si continua a morire – troppo – in un Paese come l’Italia in cui non mancano le regole, né i percorsi formativi per applicarle. Vorrei ricordare che tutte le morti in occasione di lavoro potrebbero essere evitate con un corretto approccio aziendale nei confronti della sicurezza dei lavoratori”.
E’ il commento di Federico Maritan, direttore dell’osservatorio sicurezza sul lavoro Vega di Mestre, innanzi all’ultima indagine – elaborata sulla base dei più recenti dati Inail – che, nel primo trimestre 2019, conta 212 vittime sul lavoro nel Paese, proprio come nel 2018. Quest’anno sono 144 i decessi registrati in occasione di lavoro e 68 quelli in itinere.
E, come non cambiano i confini dell’emergenza, non cambia troppo neppure la graduatoria delle regioni in cui si muore di più. La Lombardia, infatti, continua a guidare tristemente la classifica della Penisola con 22 decessi rilevati in occasione di lavoro, seguita da Sicilia e Lazio con 14 infortuni mortali e dal Veneto con 13 vittime.
Seguono: Campania ed Emilia Romagna (12), Piemonte (11), Toscana (9), Puglia (7), Trentino e Abruzzo (5), Basilicata (4), Umbria, Sardegna, Liguria, Marche (3), Calabria (2), Molise e Friuli Venezia Giulia (1).
L’incidenza più alta della mortalità rispetto alla popolazione lavorativa, invece, viene rilevata in Basilicata con un indice pari a 21,2 (più del triplo della media nazionale). Ed è seguita dalla Sicilia, dal Trentino Alto Adige e dall’Abruzzo (con un indice di 10,2).
Ad indossare, poi, le maglie nere nella classifica provinciale per numero di morti in occasione di lavoro nel primo trimestre 2019 sono: Roma (8), Milano (7), Firenze e Vicenza (5), Bolzano, Cuneo, Napoli, Palermo e Torino (4).
Oltre la metà delle vittime aveva un’età compresa tra i 45 e i 64 anni. Le donne che hanno perso la vita nel primo trimestre del 2019 sono 15 (3 in occasione di lavoro e 12 in itinere).
Ad emergere anche nel primo trimestre 2019, inoltre, è il dato sulle vittime straniere. Ebbene, come nel primo bimestre, anche nei primi tre mesi il risultato appare piuttosto drammatico. Sono, infatti, 26 gli stranieri che hanno perso la vita nel nostro Paese in occasione di lavoro e 16 in itinere.
E a contare più vittime straniere è il Centro Italia con 9 infortuni mortali in occasione di lavoro su un totale di 26.
Il settore più colpito è quello delle Attività Manifatturiere (18 decessi), seguito da quello delle Costruzioni e da quello dei Trasporti (17) e dal Commercio (10). Il giorno in cui si verifica il maggior numero di incidenti mortali continua ad essere il martedì.
Intanto, ad aumentare nel nostro Paese sono anche gli infortuni non mortali: dal primo trimestre 2018 al 2019 sono passati da 154.820 a 157.715. A Nordest il dato peggiore con 49.186 infortuni, seguito dal Nord Ovest (47.825).
Prima per numero di infortuni la Lombardia (30.061), seguita da Emilia Romagna (20.428) e Veneto (18.701).
Al fine di promuovere e diffondere la Cultura della Sicurezza sul Lavoro, ci auguriamo che il comunicato non solo sia un utile strumento di lavoro per Voi ma anche una fonte di riflessione e di analisi di fronte alla grave situazione che colpisce la nostra Penisola.