Reggia di Caserta, cede l’intonaco da una finestra

La presa di posizione del Movimento 5 Stelle

Adinolfi: “La tutela dei beni è scomparsa dalla riforma del Ministro”. Moronese: “Necessario capire i motivi del crollo, Franceschini mandi gli ispettori del Ministero”.

Caserta.  

 

"Reggia di Caserta, due metri quadrati dell'intonaco di finitura che si staccano dalla finestra della sala delle Dame di compagnia. Una "tragedia sfiorata" o "vicenda inspiegabile" hanno riportato vari giornali. A ben leggere, su quella finestra dell'area orientale, l'ultimo intervento risale al 1930 e forse, la causa potrebbe essere una bolla d'aria che in oltre 80 anni non avrebbe consentito la corretta adesione dell'intonaco alla finestra. Supposizioni che lasciano al caso (e alle successive verifiche) l'unica spiegazione. Troppo poco per una delle mete più ambite dai turisti stranieri in Italia. Stiamo parlando della Reggia di Caserta.

 

Un crollo che, dopo la festa per la pizza napoletana riconosciuta come patrimonio dell'unità dall'Unesco, riporta ad amare considerazioni."

Ad intervenire sulla questione attraverso una nota  è Isabella Adinolfi, europarlamentare del Movimento 5 Stelle, e la collega del Parlamento italiano, la senatrice (M5S) Vilma Moronese.

«Il Ministro Franceschini, qualche giorno fa, ricordava di come l'Italia fosse la meta turistica più desiderata al mondo, un'autentica esperienza in cui cultura cibo, stile e bellezza rappresentano un tutt'uno – dichiara la senatrice Vilma Moronese - parole del Ministro che crollano dopo fatti come quelli della Reggia».

Al centro di tutto, secondo la senatrice, il vero problema è nella riforma voluta da Dario Franceschini che, tra le varie novità, ha introdotto i 20 “super direttori” per altrettanti musei ed aree archeologiche.

Nel maggio 2017 il cedimento di parte di un tavolato moderno presso gli scavi di Pompei. Domenica, il crollo di due metri quadri di intonaco alla Reggia di Caserta.

«E’ necessario un cambio di passo – commenta l’europarlamentare Isabella Adinolfi - la riforma che doveva riorganizzare in meglio gli uffici e le strutture del Ministero sta facendo acqua da tutte le parti. Franceschini ha puntato tutto sui grandi musei nazionali, dei quali fa parte anche la Reggia di Caserta, enfatizzando come dato importante solo il numero accresciuto dei biglietti di ingresso, relegando in secondo piano, se non dimenticando proprio, una cosa evidentemente ritenuta poco importante: la tutela».

«In tutto questo – incalza il membro della Commissione cultura e istruzione del Parlamento europeo – si pensi a come sbloccare la posizione dei nuovi architetti, storici dell’arte, archeologi e archivisti. Gli 800 vincitori in attesa di collocazione di un concorso pubblico bandito nel maggio 2016».

La drammatica questione “Reggia” non è l’unica. Spostando lo sguardo in altre regioni, la situazione sembrerebbe diventare ancora più insostenibile.

«La Basilicata è una regione ricca di scavi – spiega Adinolfi - con 9 Musei nazionali che dovrebbero stare a cuore al Ministro, ma alla Soprintendenza scarseggiano i tecnici. E l'agonia si estende alla Puglia e alla Sicilia. Faccio mie le considerazioni – dichiara Isabella Adinolfi - del professor Francesco D'Adria (riportate nell'articolo di Vittorio Emiliani ne “Il Fatto Quotidiano” del 10 dicembre): ciò sta portando, di fatto, all'abolizione dell'archeologia nelle regioni della Magna Grecia" e con una simile impostazione si sta impoverendo tutto il Mezzogiorno».

Tornando sul cedimento dell’intonaco alla Reggia di Caserta, la parlamentare italiana Vilma Moronese vuole spiegazioni certe.

«Ci aspettiamo che il Ministro Franceschini invii gli ispettori del Ministero a Caserta – chiede con fermezza Moronese - per verificare non solo le cause del crollo all'interno della Reggia, ma anche per effettuare uno screening preventivo al fine di evitare possibili nuovi crolli».