Emozionante, esaltante ma soprattutto spettacolare. La cerimonia inaugurale della XVI edizione dei Giochi Paralimpici ha stregato il mondo. L’arte giapponese l’ha fatta da padrona. Un mix di storia e creatività per presentare le tre gocce simbolo dello sport per disabili. Un avvio degno di un evento planetario atteso per cinque lunghi anni. Il giusto punto di partenza per tredici giorni di emozionanti imprese.
La sfilata delle delegazioni era uno dei momenti più attesi. E’ iniziata con il team dei rifugiati, mentre l’Italia è entrata subito dopo Israele in seguito ad una lunga attesa nella pancia dello Stadio Olimpico dove, è spesso risuonato l’Inno di Mameli per ricordare a tutti che si gareggia per la bandiera e per una Nazione che da casa spingerà a dare il massimo. Bebe Vio e Federico Morlacchi, visibilmente commossi, hanno guidato un gruppo emozionato, entusiasta e colorato. I più “casinisti” -ci perdonerete il termine- ma anche i più simpatici, che hanno sfilato anche per il grande assente di questi Giochi, quell'Alex Zanardi simbolo assoluto del movimento italiano. La sfilata delle delegazioni è stata chiusa da Francia, Stati Uniti e soprattutto dal Giappone padrone di casa. E’ mancato solo l’applauso del pubblico, ma è già un successo aver salvato questa edizione.
Nella seconda parte della cerimonia è arrivato il momento tanto atteso quando, l’Imperatore del Giappone Naruhito, ha dichiarato aperti i Giochi Paralimpici di Tokyo 2020. In seguito ha fatto il suo ingresso la bandiera Paralimpica, accompagnata da una colonna sonora suonata da tutti musicisti con disabilità che si sono esibiti anche nell’inno paralimpico.
Il momento più atteso era sicuramente l’ingresso dei tedofori con il sacro fuoco di Olimpia in uno stadio colpito da una pioggia ospite indesiderata dopo tante settimane di caldo afoso. L’accensione del braciere è stata affidata a tre atleti in carrozzina: Yui Kamiji, Uchida e Morisaki che hanno dato il via ad un sogno che unisce gli atleti e i popoli del mondo. Buona Paralimpiade a tutti.