L’Olimpiade è finita. Il sacro fuoco di Olimpia è stato spento. Restano i ricordi, le emozioni e le imprese degli atleti di tutto il mondo che sotto i cinque cerchi si sono vestiti di gloria. Il Giappone ha affrontato l’edizione più difficile di sempre. Impianti vuoti. La paura a farla da padrona. Ma i Giochi sono stati salvati. Obiettivo primario oltre ad essere un chiaro segnale di ripartenza.
Lo show- La cerimonia di chiusura è stata emozionante all’insegna della gratitudine verso chi rende uniche le Olimpiadi come gli atleti che arrivano da ogni parte del globo. Spettacolo allo Stadio Olimpico di Tokyo. Dove il saluto in realtà è un semplice arrivederci alle Paralimpiadi, ma quella è un’altra storia, altrettanto bella, che vi racconteremo ancora col cuore in gola e gli occhi ammirati dalle gesta dei campioni di tutto il mondo. Balli, canti, giochi di prestigio mentre gli atleti fanno video e selfie. Il più ricercato? Ovviamente lui: il campione Olimpico dei 100 metri Lamont Marcell Jacobs, che con la sua impresa si è consegnato al mondo vestendosi di eterna gloria. Le Olimpiadi arrivano in tutto il pianeta. In ogni tv, almeno per qualche minuto, sono giunte le emozioni dei cinque cerchi. Dai più grandi ai bambini, lo sport è anello di congiunzione senza tempo. Il passaggio di consegne tra Tokyo e Parigi è stato fatto da remoto. Sarà la capitale francese ad ospitare l’Olimpiade estiva nel 2024, tra trentasei mesi, che per gli appassionati passeranno velocemente con l’inseguimento ai tanti ambiti pass. All’interno della cerimonia di chiusura anche le premiazioni della maratona femminile e maschile. L’inno del Kenya ha risuonato per due volte all’interno dello Stadio Olimpico grazie a Peres Jepchirchir e al fenomenale Eliud Kipchoge, capace di bissare a Tokyo il successo di Rio de Janeiro di cinque anni fa. Bello vedere Federica Pellegrini, neo eletta nella commissione atleti del Cio, premiare alcuni dei volontari che sono stati e saranno sempre anima e parte fondamentale dei Giochi Olimpici che sono un grande abbraccio globale.
Bilancio azzurro- Italia grande protagonista. Dieci le vittorie: dai due ori di Marcell Jacobs alla favola durata cinque anni di Gimbo Tamberi, fino ai colpi eleganti di Luigi Busà e Vito Dell’Aquila, alla marcia di Palmisano e Stano passando per la 4x100 con la zampata finale di Pippo Tortu, fino ad arrivare ai remi di Cesarini-Rodini, alle vele di Tita-Banti e alle ruote veloci del quartetto dell’inseguimento Ganna, Consonni, Milan, Lamon. Tanti anche i piazzamenti d’argento e di bronzo. Totale? Quota 40 che rappresenta la soglia d’eccellenza consegnata alla storia dello sport italiano. Record che andrà ritoccato, le potenzialità ci sono, tra tre anni a Parigi.
Campania promossa- Per lo sport campano bilancio positivo anche se poteva arrivare qualcosa in più. Cinque le medaglie. Quattro di bronzo che arrivano dai tre canottieri Di Costanzo, Vicino e Castaldo e dalla pugile Irma Testa, una quella d’argento firmata Luca Curatoli nella prova a squadre di sciabola. A bocca asciutta chi era atteso sul podio come le pallavoliste Chirichella e De Gennaro, e gli assi del Settebello Velotto, Renzuto Iodice e Dolce. Sfortunatissimo il karateka Angelo Crescenzo, costretto a lasciare dopo il primo incontro per infortunio rinunciando all’assalto ad una storica medaglia. Il napoletano però si è rifatto in minima parte con la partecipazione alla cerimonia di chiusura. Adesso bisogna tornare a lavorare e soprattutto a costruire per dare la caccia ad una medaglia d’oro che manca da troppo tempo.