Adl - Lotito: chi è meglio, chi è peggio? Il gioco del giorno

La vittoria della Lazio in Coppa, Lotito che stacca Adl per numero di trofei a budget ridotto

Un esempio di narrazione tossica relativa al Napoli, come analizzato nel pezzo di ieri (leggi qui), è la doppia visione su Lotito.

"Vi meritate Lotito" dicono i seguaci di Adl, citandolo a esempio di tirchieria e di ridimensionamento di una squadra che prima dell'attuale presidente aveva visto i vertici del calcio italiano ed europeo, vincendo uno scudetto e una Coppa delle Coppe, pagando un prezzo altissimo però.


“Lotito vince più di De Laurentiis” dicono gli anti Adl, ricordando che con quello vinto ieri la Lazio, sconquassata dal debito di 150 milioni, tra mercati modesti e campionati deludenti, nell'epoca lotitiana ha messo in bacheca cinque trofei mentre il Napoli solo tre, di conseguenza quei tre trofei, secondo gli antipresidenzialisti non devono essere decantati come imprese straordinarie visto che una squadra più modesta ne ha vinti di più.


“Dunque è evidente che non conta spendere un botto di soldi sul mercato per vincere”, replicano, in una sorta di commedia già vista e già scritta i cantores presidenziali di battute già scritte e risposte facilmente anticipabili.
Nel mezzo la realtà: Lotito è, parimenti e probabilmente più di Adl oggetto dell'odio della tifoseria dura e pura che ne critica le politiche parsimoniose e il ruolo modesto assunto dalla Lazio nei suoi anni, quasi sempre nella parte sinistra della classifica quasi mai tra le prime tre o quattro. Allo stesso tempo Lotito ha salvato la Lazio tirandola per i capelli (non solo lui in realtà) da una situazione che nel 99 per cento dei casi avrebbe significato fallimento, facendole addirittura vincere cinque trofei (coppe italia e supercoppe, ma buttale via in una situazione di bulimia totale juventina) trovando ottimi giocatori e campioni grazie a un direttore sportivo da 9 in pagella come Ighli Tare.


Certo il Napoli non può prendere esempio da ciò: quanto messo in campo negli anni, dall'arrembante e affamata squadra mazzarriana alla internazionalizzazione di Benitez alla poetica rivoluzionaria sarrista fino a quello che dovrebbe essere il consolidamento ancelottiano, tutto ciò avrebbe meritato migliori risultati evitando da principio l'improponibile paragone. E sarebbe pure successo, magari, provandoci davvero piuttosto che perdersi tra litigi, scimmiottamento futurista e intemerate verbali. Non è accaduto: ci si diverta con l'elogio del lotitismo o col suo parallelo.