Lo spettro dell'ennesimo cucchiaio di legno è dietro l'angolo. L'Italia di O'Shea rischia di chiudere il torneo senza successi nonostante qualche buona prestazione. L'ultima chance è rappresentata dal match di Edinburgo.
“Sabato c’è la Scozia, ed abbiamo preparato la partita per vincerla. Non potrebbe essere diversamente, lavoriamo per avere successo. La scelta della panchina, con sei avanti e due trequarti, si basa sulla volontà di cercare di invertire la tendenza dei nostri secondi tempi. E’ un rischio se si pensa agli infortuni, ma anche una grande opportunità per Violi che può coprire i due ruoli della mediana”.
Italia in crescita ma c'è ancora qualche cosa che non va. “L’aspetto più frustrante sono, oggi, i momenti di buio che ancora abbiamo: contro la Francia eravamo la miglior squadra in campo nel primo tempo, ma a questo livello basta che ogni giocatore dimentichi di fare il proprio lavoro per una volta in un match perché tutta la squadra ne risenta. Un piccolo calo di concentrazione si paga a carissimo prezzo, lo viviamo sulla nostra pelle. Eppure – ha aggiunto O’Shea – siamo molto vicini ad essere competitivi. Dopo un anno in Italia ho visto dei progressi nel percorso di formazione, ma c’è ancora molto da migliorare. Credo molto in questo gruppo, ma dobbiamo avere tutto ciò che serve, qui e nelle franchigie di PRO12, per sfidare i migliori al mondo. I giocatori ci sono, lavoriamo duramente ogni giorno con loro, e se guardo a Gega, Lovotti ed a tanti altri giovani so che avremo una grande squadra in futuro, a patto di creare attorno a loro le condizioni ideali. Non sono uno sciocco, so che non avverrà dall’oggi al domani, ma tutti gli investimenti dovranno riguardare il mettere gli atleti nelle migliori condizioni possibili: penso alla psicologia, alla nutrizione, alla creazione della consapevolezza che ogni minuto di una partita conta. Facciamo i giusti investimenti o falliremo”.