Parla il capitano, l'uomo di maggiore esperienza e spessore tecnico. Sergio Parisse è un giocatore eccezionale, la guida della squadra azzurra, l'uomo che dovrà aiutare Canna e compagni a fare il tanto atteso salto di qualità.
“La partita persa contro Tonga a novembre, una settimana dopo aver scritto una pagina di storia battendo il Sudafrica, brucia ancora. A me, a tutti noi. Per certi aspetti, è una sconfitta positiva: ci mette al nastro di partenza di questo Torneo costringendoci a non pensare alla partita vinta a Firenze contro gli Springboks. Lo dice Conor, lo diciamo tutti: non vediamo l’ora di iniziare il 6 Nazioni, riprendere il lavoro interrotto. Sapendo che sarà dura. Il Torneo lo è sempre".
"Iniziamo con due partite in casa – prosegue Parisse, al quattordicesimo 6 Nazioni della carriera, il decimo da capitano – e questo è un aspetto importante: ogni volta che giochiamo all’Olimpico, davanti al nostro pubblico, è una carica in più. Vogliamo essere all’altezza, vogliamo toglierci soddisfazioni insieme ai nostri fans. Il Galles sarà subito una sfida impegnativa: la affrontiamo con un gruppo che è lo stesso di novembre, che sente la fiducia dei tecnici".
"C’è qualche innesto nuovo, quello che mi auguro è che sia la volontà, la voglia da parte di tutti noi di esprimerci sempre al meglio. Una partita alla volta, per cinque partite. Ed in questa prima fase, con due partite in sei giorni (dopo il Galles a Roma arriverà l’Irlanda, sabato 11 febbraio) sarà cruciale la gestione tra la prima e la seconda gara. Ho, abbiamo tutti grande fiducia nello staff tecnico: pianificheranno il lavoro per portarci all’Irlanda freschi, con tante energie, specialmente dal punto di vista mentale”.