Controlli antidroga, i parlamentari dicono: lasciateci in pace

Niente verifiche in aula: rifiutano il kit per le droghe pesanti...

L'indignazione del Coisp, sindacato di polizia. «Ma chi è sotto effetto di stupefacenti può promuovere delle leggi»?

I Parlamentari dicono no. Quasi compatti. Tutti concordi, per una volta. Niente controlli antidroga in Parlamento. Niente kit per verificare l'uso di droghe pesanti (quindi niente marijuana, ma le ben più temibili cocaina ed eroina). Un rifiuto che ha indignato Franco Maccari, segretario generale del Coisp, sindaco indipendente di polizia.

«Il rifiuto categorico della maggior parte dei Parlamentari ai controlli antidroga alla Camera la dice lunga - scrive Maccari - su tutta una serie di problematiche che assillano questo Paese, prima fra tutte quella della totale mancanza di coerenza, di onestà intellettuale, di buona fede di tanti politici che giocano con la rappresentanza degli italiani usando biechi mezzi pubblicitari per conquistare e mantenere il consenso, ma senza poi avere alcun atteggiamento coerente e concludente nel senso dei veri interessi degli italiani. Noi lo sappiamo molto bene, dal momento che gli appartenenti alla polizia sono certamente la categoria maggiormente esposta alle bugie clamorose ed indegne della politica, che predica bene e razzola male, e di recente neppure predica più in maniera tale da salvare almeno la faccia. Il rifiuto dei controlli antidroga ci fa capire bene, ove mai ce ne fosse bisogno, perché in Parlamento ritengono che in cima alla lista delle urgenze ci sia la discussione della proposta di legalizzare l’uso della droga… Il rifiuto dei controlli antidroga è addirittura più grave della necessità di effettuarli proprio nella ‘Casa della Leggi della Repubblica italiana’”.

I parlamentari hanno bocciato anche il terzo capoverso dell’ordine del giorno al bilancio della Camera presentato dalla deputata Cinque Stelle, Tiziana Ciprini: «Per rispondere alla esigenza di assicurare alla politica e alla guida del Paese soggetti idonei psichicamente alle nobili e importanti funzioni che un buon politico deve svolgere visto che l’allarmante consumo di droghe che interessa l’Europa e l’Italia in particolare deve costituire elemento di preoccupazione e di responsabilità da parte del legislatore».

«Dunque - aggiunge Maccari - niente periodici controlli con cani antidroga innanzi gli accessi ai locali della Camera ed all’interno degli stessi previo accordo con i parlamentari che dovranno rinunciare momentaneamente all'immunità per le ispezioni specifiche».

La Ciprini si era invece battuta nel sostenere che “sarebbe assolutamente opportuno prevedere un sistema di controlli dai costi sostenibili e da imputare a carico dei singoli deputati volti a verificare attraverso i c.d. drug test quali tra i parlamentari facciano uso di droghe pesanti” pubblicando poi i risultati sulla scheda personale dei singoli Deputati sul sito della Camera a garanzia del rapporto di trasparenza con i cittadini elettori. La proposta ha ottenuto solo 98 sì contro 336 no per premessa e primo capoverso e 88 sì contro 344 no per il resto, così l’ordine del giorno è stato bocciato dal voto in Aula.

«Oh quale sorpresa di fronte a questi numeri - ironizza Maccari -! E, purtroppo, se è vero come è vero che la rappresentanza politica rispecchia la cittadinanza, allora tirare le somme di quest’ennesimo schiaffo alla legalità ed alla cultura del vero senso civico ci preoccupa non poco considerato il ruolo che siamo chiamati a svolgere, e ci fa riflettere su un ulteriore aspetto del terreno in cui affonda le radici quell’insofferenza che avvertiamo non di rado verso quelli che portano la divisa».