Conte conferma chiusura fino a 3 maggio e attacca Salvini

"Su Europa lui e Meloni dicono falsità e ci danneggiano". Poche deroghe: "Librerie e negozi bimbi"

conte conferma chiusura fino a 3 maggio e attacca salvini

Come annunciato il lockdown, tranne poche deroghe, prosegue fino almeno al 3 maggio. Lo ha annunciato Conte nella conferenza stampa di stasera, in cui la parte più importante però è stata dedicata all'Europa.

Il premier è partito dalla proroga delle misure restrittive: “Proroghiamo le misure restrittive fino al 3 maggio: decisione difficile di cui mi assumo la responsabilità.
Una decisione che ho preso dopo diversi incontri. Il Comitato tecnico scientifico ci ha detto che la curva sta scendendo. Ufficio europeo della sanità ha detto che l'Italia è un esempio. Non possiamo vanificare gli sforzi conclusi.
Siamo impazienti di ripartire e ripartiremo, con qualche cautela ma ripartiremo. Dopo il 3 maggio"

Poi Conte ha parlato dell'imminente fase 2 e delle deroghe che nel frattempo interverranno: "Dobbiamo continuare a mantenere le regole.
Teniamo conto della tenuta socio economica: la nostra intenzione è allentare quanto prima possibile le restrizioni per le attività produttive, ma non siamo ancora nelle condizioni di poter ripartire a pieno regime.
Posso promettere che se si potrà ripartire anche prima del 3 maggio lo faremo.
 

Riapriremo però qualcosa: cartolibrerie, librerie, negozi per qualcuno, silvicoltura perché serve legna. Il lavoro per la fase 2 è già partito, non possiamo aspettare che il virus scompaia del tutto dal territorio e dovendo conviverci stiamo lavorando a un programma che poggia su due pilastri: un pool di esperti e un protocollo di sicurezza sul luogo di lavoro.
Esperti che dialogheranno col comitato tecnico scientifico per i modelli organizzativi. Gruppo di esperti presieduto da Vittorio Colao, manager tra i più stimati anche all'estero.
Il protocollo che vareranno sarà quello che farà ripartire le attività produttive.
Dobbiamo capire come incentivare gli spostamenti per andare al lavoro evitando assembramenti.

SULL'EUROPA. "L'Europa sta affrontando un'emergenza enorme, la più significativa dal dopoguerra: dalle stime sembra che serviranno 1500 miliardi di euro. Numeri mai visti. Le proposte messe sul tavolo da leader delle finanze dell'Eurogruppo sono un primo passo, ma un primo passo che l'Italia giudica ancora insufficiente. Su questa base bisogna lavorare ancora: la principale battaglia è quella di un fondo che deve essere finanziato con uno sforzo comune, come gli eurobond. Un fondo che deve essere proporzionato per un'economia di guerra e deve essere disponibile subito. Se arriveremo tardi sarà insufficiente e deprimeremo il tessuto economico. Per ora ci sarà una tutela sulla cassa integrazione e un intervento della Bei. Ma non è sufficiente: il nostro strumento è l'eurobond e su questo daremo battaglia. Eurogruppo propone Mes senza condizionalità su sanità e su questo si sta discutendo. Questo dibattito deve essere chiaro e senza falsità: il Mes esiste dal 2012, non è stato attivato la scorsa notte come detto da Salvini e Meloni. Non lavoriamo col favore delle tenebre: Eurogruppo non ha firmato nulla o istituito obblighi. Su richiesta di alcuni stati, non dell'Italia, si è lavorato a una proposta di linea di credito collegata al Mes, totalmente nuova rispetto a quelle esistenti. Non abbiamo firmato alcuna attivazione del Mes. Non abbiamo bisogno del Mes e l'Italia non lo ritiene adeguato a questa emergenza. Ci stiamo battendo per avere nuovi strumenti innovativi e su questo lavoreremo fino alla fine. Ieri è emerso un paragrafo destinato ad accogliere la nostra proposta degli eurobond. Dobbiamo ancora lavorare in questa direzione ma per la prima volta abbiamo messo nero su bianco. Lotteremo fino alla fine per ottenere questo. Le falsità ci fanno male: dobbiamo essere responsabili, le falsità rischiano di indebolire l'intera Italia perché è un negoziato difficilissimo a cui partecipano altri 26 paesi.
In consiglio la mia risposta sarà chiara: eurobond, e dirò ancora che il Mes è insuffiente. La risposta comune o è ambiziosa o non è. Non firmo finché non avrò strumenti adeguati. E' una sfida che non riguarda solo l'Italia".