"Sanità: basta demagogia e stupidaggini. Sono pronto a un dibattito pubblico col ministro Lezzi. La Campania è stata commissariata dieci anni fa perché aveva 8 miliardi di debiti. Oggi i bilanci sono in attivo e dal 2016 abbiamo avuto un avanzamento enorme dei LEA”
Il Governatore della Campania a tutto campo su Radio Rai 1, dove è stato ospite questa mattina nel corso del programma Cento Città. De Luca lancia il guanto di sfida alla ministra grillina con cui da qualche mese ha ingaggiato un braccio di ferro durissimo. Scontro che si è acuito all'indomani dell'ennesimo caso di formiche all'ospedale San Giovanni Bosco di Napoli. La vera battaglia il presidente se la gioca sul piano del commissariamento. L'obiettivo è impedire l'arrivo degli emissari di governo, ma prima deve dimostrare di aver messo in ordine i conti della sanità. Malgrado gli innumerevoli passi in avanti compiuti in questi anni, i grossi bubboni che ammalano il settore salute in Campania restano ancora intatti, solo un po' scalfiti,a partire dalle liste di attesa.
Il balzo sui Lea fa ben sperare. La Campania, con 153 punti conseguiti nella pagella del 2017 è la regione in Italia che guadagna di più rispetto all'anno precedente nel punteggio attribuito ai parametri che misurano la qualità delle cure sanitarie. Con un salto in avanti di 29 lunghezze rispetto al 2016 resta tuttavia penultima in Italia. Dunque c'è ancora molto da fare. E gli ostacoli che sorgono ogni giorno sono sempre troppi anche per uno sceriffo come De Luca.
L'ultima beffa arriva dalla ricognizione dei crediti che la Regione Campania rivendica per i turisti, gli stranieri e gli italiani residenti all'estero che vengono a curarsi nei nostri ospedali. Dieci milioni di euro pari a migliaia di prestazioni cliniche rese in urgenza, in pronto soccorso o per ricoveri ma anche nelle guardie mediche o dal medico di famiglia. Queste prestazioni non sono registrate. Di conseguenza la regione non può passare all'incasso per le compensazioni tra Regioni, tra Stati o tramite i sistemi assicurativi. Il corto circuito si sarebbe verificato nel sistema di registrazione delle dimissioni. Eppure Palazzo santa Lucia negli ultimi mesi ha avviato una serie di controlli e verifiche incrociate attivando anche una squadra di ispettori. Soprattutto negli ospedali di Napoli e Salerno, quelli più vicini alle località turistiche. Il nodo sta tutto nell'aggiornamento delle procedure e dei sistemi inforormatici.
Nelle schede di dimissione ospedaliera infatti non esiste una schermata in grado di registrare gli accessi dgli stranieri e le prestazioni finiscono impropriamente nel calderone degli “stranieri temporaneamente presenti” (Stp in sigla). Costi non tracciati e sottratti al calcolo dell’assegnazione della corrispondente quota del fondo sanitario nazionale e comunque non soggetti a compensazione tra Regioni. Oppure non riscossi dai Paesi esteri di provenienza dei turisti. Per non perdere questi soldi è in atto una procedura, attivata dalla Direzione regionale tutela della Salute, che nel giro di un anno dovrebbe portare nelle casse della sanità campana una quota