Zaia scrive ai meridionali: l'autonomia fa paura

Il governatore del Veneto in un post risponde a chi come De Luca si oppone all'autonomia del nord

“l'eroica gente del nostro Sud”, secondo il presidente leghista, “non ha mai avuto diritto di parola”

Autonomia delle regioni del nord, il governatore del Veneto Luca Zaia ha deciso di scrivere un'accorata lettera ai “cittadini meridionali” che definisce “l'eroica gente del nostro Sud” la quale, secondo il presidente leghista, “non ha mai avuto diritto di parola”.

Ebbene dalla sua pagina facebook Zaia pensa che sia arrivato il momento di dire ai meridionali come stanno le cose. Un tentativo di instaurare un dialogo, ma soprattutto un modo per rispondere implicitamente al governatore della Campania Vincenzo De Luca che in questi giorni ha ingaggiato la “madre di tutte le battaglie” è cioè quella contro chi vuole decretare la morte del Mezzogiorno.

De Luca, unico tra i governatori delle regioni del sud che ha annunciato di voler presentare ricorso alla Corte Costituzionale sul tema dell'autonomia, ha chiesto che la Campania partecipi al tavolo dei procedimenti per l’autonomia di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna.

“Potremo presentarci a discutere di federalismo se ci presentiamo con il Sud a testa alta, come una classe dirigente che fa la sua battaglia con competenza, risolutezza e civiltà” ha dichiarato il Presidente De Luca concludendo il dibattito in Consiglio regionale dove due giorni fa si è tenuta una seduta straordinaria proprio sul questo tema di rilevanza nazionale.

A distanza di poche ore arriva dunque la lettera aperta del governatore veneto che assume toni più morbidi rispetto al suo collega lombardo, Attilio Fontana, che aveva definito “cialtroni” tutti quelli che si oppongono da sud all'utonomia del nord.

Secondo Zaia, l’autonomia farà bene a tutti: «Suggerisco ai cittadini del Sud - scrive il governatore veneto - di osservare bene la realtà dei fatti. La verità è che l’autonomia fa paura a molti amministratori del Sud, perché essa è una vera assunzione di responsabilità».

Secondo l'esponente della Lega «chi racconta nelle istituzioni, nelle piazze, in Parlamento, che l’autonomia è un baratro per il Mezzogiorno, dice qualcosa di contrario alla Costituzione vigente. Quei parlamentari e amministratori del Sud che si dicono fieramente contro l’autonomia, per coerenza dovrebbero chiarire qual è la loro idea di Costituzione e perché non si stanno attrezzando a scrivere nero su bianco una proposta di modifica della Carta costituzionale. È l’unica strada possibile e percorribile. E, magari, scopriremmo che questa modifica pretende a chiare lettere il ritorno allo stato centrale. Quel centralismo che, non mi stanco di ripetere, è centrifugo e quindi disgrega le nazioni, mentre il federalismo è centripeto, le unisce».

Nel lungo post sulla sua pagina sociale, Zaia non menziona direttamente De Luca né tutti gli altri che in questi giorni avanzano critiche molto forti al progetto del tridente padano.

Di seguito il testo integrale del post.

"Leggo del grande dibattito che in ogni sede istituzionale si sta svolgendo sull’autonomia. Leggo di parlamentari che organizzano riunioni contro l’autonomia. E rimango allibito da quanto sta accadendo. Mi permetto, a questo punto, una modesta, piccola riflessione tutta rivolta ai cittadini del Sud dell’Italia.

L’eroica gente del nostro Sud è una foresta che cresce, quotidianamente, ma che non ha mai avuto diritto di parola. Fateci caso: c’è sempre qualcuno che, in continuazione, sigilla il coperchio sopra questa pentola in positiva ebollizione e, con inquietante puntualità, indica la strada sbagliata da percorrere.

È indubbio che il Sud sia uscito dalla Seconda Guerra Mondiale ferito quanto il Nord, devastato, con una massiccia emigrazione (ricordo che in molte zone del Sud America il veneto è di fatto la seconda lingua, se non la prima, e che tanti sindaci e governatori amministrano zone del mondo come i figli migliori del Sud), senza infrastrutture, con le città distrutte. Il Secondo Conflitto rappresenta un – anche se drammatico – punto di partenza comune, ma resta innegabile che in questi decenni si sia venuta producendo una divaricazione profonda. Alcuni territori, quelli del Nord, sono economicamente decollati; quelli del Sud, non si sono, invece, mai affrancati, come sarebbe stato giusto e legittimo attendersi, visto il loro potenziale umano e ambientale.

Basti pensare al fatto che il Veneto è la prima regione turistica d’Italia: 70 milioni di presenze, 17 miliardi di fatturato. I mari e i panorami del Sud non meriterebbero forse altrettanto? Qualcosa quindi è accaduto. O, per meglio dire, NON è accaduto al Sud. Anche senza un’autonomia del Nord, in questi decenni il Mezzogiorno non ha portato a casa nulla in termini di sviluppo. E non mi si venga a dire che abbia avuto meno opportunità del Nord, in termini di cospicui investimenti sul fronte infrastrutturale, dei fondi comunitari, degli aiuti di Stato (quando erano possibili), delle agevolazioni fiscali e quant’altro. Io non voglio, tuttavia, fare il processo al passato. 

Svolgo un altro ragionamento: questa autonomia, richiesta da Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto, che viene dipinta ai cittadini come la morte del Sud è, invece, una grande opportunità per loro. E anche per noi. Nord e Sud sono, infatti, legati a filo doppio, come dimostra l’azione politica del mio segretario, Matteo Salvini, che va proprio in questa direzione. Nel contesto di uno stato federale, non esiste che una comunità sia lasciata andare allo sbando a tutto vantaggio di un’altra.

La verità (suggerisco ai cittadini del Sud di osservare bene la realtà dei fatti) è che l’autonomia fa paura a molti amministratori del Sud, perché essa è una vera assunzione di responsabilità. E questo fattore fondamentale per la corretta gestione delle risorse pubbliche che, troppo spesso, vediamo sprecate senza alcun vantaggio per i cittadini, è proprio ciò che crea forti timori in determinati ceti politici e amministrativi. A queste spaventatissime istituzioni del Mezzogiorno, dico: non potete continuare a vendere ai vostri cittadini soltanto la suggestione che l’autonomia li farà morire. Se sostenete questo, per coerenza, dovete andare dai vostri elettori e dire qual è l’alternativa.

Perché, e qui mi rivolgo sempre ai cittadini del Sud, chi racconta nelle istituzioni, nelle piazze, in Parlamento, che l’autonomia è un baratro per il Mezzogiorno, dice qualcosa di contrario alla Costituzione vigente. Quei parlamentari e amministratori del Sud che si dicono fieramente contro l’autonomia, per coerenza dovrebbero chiarire qual è la loro idea di Costituzione e perché non si stanno attrezzando a scrivere nero su bianco una proposta di modifica della Carta costituzionale. È l’unica strada possibile e percorribile. E, magari, scopriremmo che questa modifica pretende a chiare lettere il ritorno allo stato centrale. Quel centralismo che, non mi stanco di ripetere, è centrifugo e quindi disgrega le nazioni, mentre il federalismo è centripeto, le unisce. D’altronde, senza essere raffinati e autorevoli centri studi econometrici, è sufficiente dare un occhio alle economie, al PIL, allo sviluppo industriale e sociale delle nazioni a modello federaliste e confrontarlo con i modelli falliti delle nazioni a modello centralista, per capire dove sta la ragione". (Luca Zaia, 17 gennaio 2019)