di Pierluigi Melillo
Bindi-De Luca, nuova polemica. E la storia si ripete. La presidente della commissione antimafia che diede dell'impresentabile all'ex sindaco di Salerno alla vigilia delle elezioni regionali è tornata all'attacco. Stavolta al centro della lite c'è la candidatura del figlio del governatore con il Pd. Per la Bindi non è stata una strategia vincente, come confermano i risultati rimediati il 4 marzo che hanno ridimensionato il Pd. "Gli elettori hanno sempre ragione, se si appalta una regione come la Campania a una famiglia poi questi sono i risultati. Il Sud ha bisogno di una classe dirigente capace di far bene il suo lavoro". L'affondo di Rosy Bindi,è arrivato durante un incontro pubblico a Seregno (Monza), mentre si discuteva del voto per le politiche. Il riferimento è parso chiaro al presidente della Regione Vincenzo De Luca e al figlio Piero, candidato alla Camera del Pd, sconfitto nel collegio di famiglia a Salerno. "La sinistra - ha aggiunto - ha perso le elezioni e se qualcuno pensa di cavarsela cambiando lo statuto e con riti e liturgie interni ai partiti sbaglia". "Pensare che la responsabilità abbia un nome e cognome è sbagliato - ha continuato - chi ha votato questa legge elettorale deve chiedere scusa". Rispetto alla sua non ricandidatura ha spiegato che "quelle leggi che il mio partito ha ritenuto le più importanti della legislatura io non le ho votate, non erano nel programma con cui ero stata eletta, come potevo andare in campagna elettorale?". Rispetto al risultato del centrodestra, Bindi ha ironizzato: "Faccio un pò fatica a dare ragione a un vostro conterraneo, ma se si parla di coalizione i primi sono loro". "Quando vedo Salvini che va stringere mani - ha concluso la presidente Bindi - mi viene la nostalgia della politica che facevamo noi".