di Pierluigi Melillo
La resa dei conti è iniziata nel Pd campano dopo la Caporetto rimediata alle ultime elezioni politiche. Se il segretario nazionale del partito Matteo Renzi ha congelato le sue dimissioni (“Resto fino al nuovo governo”, ha detto ieri l'ex premier), a Napoli invece il terremoto è già iniziato. Stamane ha gettato la spugna la segretaria regionale del Pd Campania, Assunta Tartaglione, bocciata nella corsa alla Camera dei Deputati.
L'annuncio è arrivato nel corso della riunione della segreteria regionale, convocata per analizzare i risultati elettorali particolarmente negativi in Campania: il partito di Renzi, nonostante il forte sostegno del governo regionale guidato dal presidente De Luca, si è attestato almeno sei punti sotto il dato nazionale registrato sia alla Camera sia al Senato. "Il quadro politico che esce dalle urne è chiaro e ciascuno, a partire da me, deve assumersi le proprie responsabilità", ha detto la Tartaglione. E sono state molte le esclusioni eccellenti: oltre alla Tartaglione sono rimasti fuori dal Parlamento il presidente del Pd campano, Stefano Graziano, il deputato uscente Massimiliano Manfredi, il sottosegretario agli Esteri Vincenzo Amendola e la responsabile Mezzogiorno della segreteria nazionale del Pd, Stefania Covello. Un Pd ai minimi storici in Campania con 9 eletti, 6 alla Camera e 3 al Senato.
Ce l'hanno fatta il sottosegretario alla Giustizia, Gennaro Migliore, il pediatra Paolo Siani, il consigliere regionale della Campania Raffaele Topo, il primogenito del governatore campano Piero De Luca, il sottosegretario ai trasporti Umberto del Basso de Caro e il ministro dell'interno, Marco Minniti, che potrebbe lasciare il seggio al vicesindaco di Salerno, Eva Avossa. Al Senato scatta un seggio per il ministro dell'Istruzione Valeria Fedeli, per l'eurodeputato Gianni Pittella, e per Matteo Renzi. Il segretario del Pd, già eletto nell'uninominale in Toscana, dovrebbe lasciare il posto alla parlamentare uscente Valeria Valente.