di Pierluigi Melillo
Si avvicina il voto. E la tensione sale alle stelle. Il candidato premier del M5S, Luigi Di Maio, aveva cercato di smorzare la tensione dopo il caso dei manifesti funebri per Matteo Renzi nella sua roccaforte di Pomigliano. “I manifesti dei Cobas contro Renzi sono semplicemente inaccettabili, incompatibili con la campagna elettorale di un Paese civile”, aveva scritto su twitter. Poi, per la verità le forze dell'ordine avevano anche bloccato l'affissione dei manifesti choc. Ma a riaccendere lo scontro ci pensa il governatore della Campania Vincenzo De Luca, il quale dopo aver annunciato i nuovi investimenti per il futuro urbanistico della città di Salerno, conferma attraverso un post su Facebook di aver firmato quattro querele per diffamazione nei confronti del candidato premier M5S, Luigi Di Maio. Gli avvocati dell'ex sindaco di Salerno hanno provveduto a depositare due denunce questa mattina al Tribunale di Napoli e altre due ai tribunali di Napoli Nord e Genova. E al leader dei grillini De Luca ha lanciato la sfida a rinunciare all'immunità, invito che era partito nei giorni scorsi anche da Matteo Renzi dopo che Di Maio aveva definito i politici della regione Campania “assassini del mio territorio e della mia gente”. "Rivolgo a Di Maio – ha scritto ora De Luca - l'invito a formalizzare la sua rinuncia all'immunità parlamentare e ai privilegi della Casta. Così come gli rinnovo l'invito, ancora in queste ore, ad un confronto pubblico dove e come vuole". De Luca non perde l'occasione per ironizzare rispetto alla presentazione da parte di Di Maio della sua squadra di governo, un esecutivo ombra che ha fatto molto discutere nel confronto politico verso il voto. "Oggi - aggiunge De Luca - l'Italia sarà percorsa da un'onda di ammirato stupore. Luigi Di Maio annuncia, nel numero beneaugurante di 17, i ministri ombra, del Governo ombra, del Presidente ombra. Da parte nostra, oggi, un'iniziativa di luce", in riferimento alla presentazione delle querele. "Si sta raccogliendo inoltre tutta la documentazione relativa ad articoli di stampa e dichiarazioni pubbliche, per procedere sul piano penale e civile, contro tutti coloro che hanno fatto affermazioni diffamatorie", sentenzia De Luca.