di Pierluigi Melillo
Il sindaco di Napoli Luigi de Magistris ha guidato la rivolta dei comuni. "In mille in piazza a Montecitorio per protestare contro il debito ingiusto", ha scritto sui social il primo cittadino al termine di una giornata di grande tensione. "Un momento di democrazia - ha aggiunto de Magistris - e di partecipazione popolare indimenticabile. Siamo riusciti a manifestare le nostre ragioni rimuovendo anche ostacoli. Non ci avrete mai! Una giornata stupenda per Napoli ". De Magistris ha sottolineato un aspetto significativo: "La nostra - ha detto l'ex pm - è stata una manifestazione pacifica, con mille napoletani che sono arrivati a Roma sganciati da ogni logica di partito e pronti a difendere la città di Napoli da un debito che è stato fatto negli anni '80, che ha provocato un pignoramento di 100 milioni che rende ancora più povera la nostra città". De Magistris ha incontrato a palazzo Chigi i tecnici del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Maria Elena Boschi, presente anche il commissario per il terremoto. Stando a quanto trapela dall'entourage dell'ex pm, nel vertice sarebbe stata trovata una soluzione per l'ormai famigerato debito CR8 che ammonta a 97 milioni di euro con l'impegno da parte del governo di risolvere il problema del pignoramento delle casse di Napoli. Nel suo comizio in piazza, poi, de Magistris ha rincarato la dose: "Se entro il 4 marzo non avremo risposte per il problema del pignoramento delle casse municipali siamo pronti a tornare per la quinta volta qui a Roma. E se la cassa non ce la liberate voi, ce la libereremo da soli". Ma fa discutere l'episodio avvenuto in mattinata quando circa 10 pullman di manifestanti erano stati fermati dalle forze di polizia per effettuare controlli. "Se questo è il livello democratico del paese, e si consente di manifestare a Casapound, allora - ha detto De Magistris - siamo alla follia". Sui mezzi fermati all'uscita di Roma Sud c'erano, oltre a consiglieri e presidenti di Municipalità, anche il vice sindaco Raffaele del Giudice e l'assessore alle Politiche Giovanili Alessandra Clemente. "Siamo stati fermati tre volte - dice Poggiani - abbiamo subito anche perquisizioni personali. Non è stata risparmiata neppure la moglie del sindaco, Maria Teresa Dolce, che stava viaggiando con noi ".