di elleti
Ci sono voluti molti anni prima di capire che il “sistema Equitalia” non era esattamente quello adatto, soprattutto in tempo di crisi. Sono stati necessari suicidi, imprenditori sul lastrico, cittadini spogliati di ogni bene, per comprendere che è giusto pagare le tasse ma è vessatorio chiedere interessi su interessi, come se lo Stato fosse una sorta di usuraio.
Ora tutto passerà nella mani dell'Agenzia delle entrate, favorendo la “mediazione” (e con un rivoluzionario impianto normativo che interesserà il rapporto con il contribuente). Addirittura – ha annunciato il premier nel presentare la manovra finanziaria -, con l'invio di un sms («se mi scordo»), per ricordare ai contribuenti di questa o quell'imposta non pagata. E magari per avviare subito dopo una trattativa per trovare il modo migliore e più comodo per versarla.
Tutto bene? Si vedrà, naturalmente. Gli interessi saranno contenuti in un fisiologico tre per cento annuo e i pignoramenti saranno meno “immediati”.
I punti da chiarire però sono tanti. Ma prima ci preme ricordare le tante “vittime” del sistema Equitalia. L'agenzia faceva il suo mestiere. Ma era una riscossione crediti dura, inflessibile. E appunto, come detto e ripetuto più volte: vessatoria. Come dovrebbero reagire tutti i cittadini che sono stati “perseguitati” dalle imposte negli anni scorsi. Tutti quelli che non sono riusciti a trovare una mediazione accettabile. Massacrati dagli interessi, dai pignoramenti veloci. Anche per poche migliaia di euro.
Una feroce inflessibilità davvero fuori luogo in un periodo di così profonda crisi economica. Con gli affari in riduzione costante, il credito bancario trasformato in chimera. Per loro – e sono tanti -, la scelta del governo è comunque arrivata tardi. Eppure bastava imporre un codice di comportamento all'agenzia per ottenere lo stesso e immediato risultato. Non è stato così.
Ora, nel frattempo, che fine faranno gli impiegati di Equitalia? E non solo. I tanti enti locali (Regioni, Comuni, Camere di commercio, Casse di previdenza e Inail), che ancora si servono di quell'agenzia, come si comporteranno? C'è già una soluzione tampone, una direttiva? Ma ci chiediamo anche (siamo malpensanti): la notizia della chiusura di quelli che – loro malgrado – sono diventati i «vessatori delle gente comune», serve solo a ridare fiato e speranze a un governo in perenne difficoltà nei sondaggi (soprattutto in vista del referendum)?
C'è chi sostiene che la chiusura di Equitalia sia un favore fatto agli evasori. Un parere in parte anche condivisibile. Ma di certo – soprattutto negli anni scorsi -, Equitalia non ha brillato per moderazione. Va bene pretendere il pagamento delle tasse. Molto meno se al dovuto venivano poi applicati con una inflessibilità degna di miglior causa interessi insostenibili.
Comunque, sia chiaro: nessuna “rottamazione” delle cartelle. Chi ha evaso le tasse dovrà comunque pagare. Ma ci sarà prima un tentativo di conciliazione e la successiva applicazione di un tre per cento di interessi per la mora.
Cosa accadrà? Si pagheranno meno tasse (senza l'incubo Equitalia), o le sanzioni ridotte e la possibilità di trovare un accordo convincerà gli evasori a saldare il conto?
Difficile dirlo ora. Di certo, come ha dichiarato lo stesso Renzi, «non si pagheranno gli smisurati interessi e le more che erano nella filosofia di Equitalia». Chiamare “filosofia” un incubo è almeno un eufemismo. Ora speriamo bene. Le tasse vanno pagate, naturalmente. Ma senza la costante paura di finire sul lastrico per gli interessi e i pignoramenti.