Ho sempre pensato che i veri meridionalisti siano quelli, che conoscono le potenzialità del meridione e cercano di valorizzarle. De Sanctis, Mancini, Amabile e Rossi-Doria lo hanno dimostrato. Quelli, che si limitano a invocare risorse e ad accusare il settentrione, come responsabile dei guai del SUD sono dei parolai, che bloccano le menti e fanno peggiorare le condizioni.
Per formulare un progetto di sviluppo di un territorio, bisogna partire dal suo rapporto con le zone confinanti e con quelle ad economia complementare, valutando i processi geopolitici in corso e i fattori che li influenzano. Verso gli anni ’80, il Mondo viaggiava verso la globalizzazione, con Cina e Stati Uniti alla guida del processo. Il timore dell’emarginazione spinse molti Paesi ad organizzarsi (Vedi BRICS), mentre altri, tra cui l’Italia, restarono a guardare.
Da alcuni decenni, il mercato domina gli Stati, il mercantilismo ha emarginato la diplomazia e controlla la politica. I rapporti tra le zone del mondo sono cambiati e il Medio Oriente è diventato un centro dinamico dell’economia. La nascita e la crescita di città, come Dubai, l’organizzazione di manifestazioni di interesse mondiale e la destinazione di investimenti economici, sono la dimostrazione dei cambiamenti avvenuti nei rapporti tra l’Occidente e l’ex Terzo Mondo. L’aumento dell’importanza dell’India e di molti Stati dell’Africani nel contesto mondiale lo confermano. Anche l’atmosfera anti Israele e i tentativi pirateschi di controllare il Canale di Suez sono conseguenza dei cambiamenti geopolitici avvenuti. In questo scenario, secondo Roberto Napoletano, Napoli è diventata Capitale del Mediterraneo e il Meridione non è più periferia, ma sta diventando punto di riferimento economico.
Possiamo affermare che il centro dell’economia mondiale si è spostato verso Sud. Nel 2023, Napoli e la Campania hanno avuto il primato per la crescita dell’export manifatturiero. Inoltre, Bari e la Calabria sono delle eccellenze nel campo della cybersicurezza, Catania per i pannelli solari e l‘Università della Calabria ha il primato dell’intelligenza artificiale. Il Mediterraneo, luogo di incontro di religioni, hub energetico e possibile eldorado di capitali internazionali, ha riconquistato l’antica importanza e il porto di Napoli è una risorsa per il commercio internazionale. Se aggiungiamo che l’economia virtuale sta crescendo e produce altissimi utili, ci rendiamo conto che il Mezzogiorno ha la materia prima (risparmio), per competere con le altre zone del Paese. L’informazione ci fa sapere che il Mondo della Moda e del Made in Italy guardano Napoli e il Sud per i loro investimenti.
Per utilizzare le nuove condizioni geopolitiche a favore dello sviluppo del Mezzogiorno, la classe dirigente e quella politica, dovrebbero capire e assorbire le nuove tendenze e smetterla di fare chiacchiere e di lanciare invocazioni dorsiane. In Irpinia, da molti anni, non c’è giorno senza un convegno sullo sviluppo delle zone interne e del Meridione e non c’è Comune senza un’associazione, avente come scopo lo sviluppo del territorio. Dominano le parole, le imprecazioni e le critiche agli avversari politici, ma mancano proposte per valorizzare le tradizionali risorse e ragionamenti in sintonia con l’evoluzione delle condizioni geopolitiche.