In Campania crescono le imprese giovanili nel turismo e assicurazioni

Bene anche le attività a conduzione femminile. Positivo il saldo tra iscrizioni e cessazioni

in campania crescono le imprese giovanili nel turismo e assicurazioni

Dall’analisi dei dati strutturali si evince che il numero delle imprese registrate sul territorio campano è pari a 606.919, di queste l’83% sono attive e il 35,4% sono stanziate nel comparto produttivo del commercio.

Per ciò che concerne la forma giuridica si nota come il 50,3% delle imprese sono imprese individuali, mentre il 34,1% è formato da società di capitali. Guardando ai tassi di crescita si evince un’inversione di rotta, per cui le prime stanno avendo una battuta d’arresto nella crescita, mentre le seconde aumentano.           

Analizzando invece il tasso di sopravvivenza, si vede come circa il 78,5% delle imprese resiste al primo anno di vita. Il dato va decrescendo di circa il 3% per ogni anno in più di attività e sono maggiormente le imprese individuali che permangono sul mercato, contrariamente alle società di capitali che sono le prime a cessare l’attività.           

Prendendo poi in esame la localizzazione delle unità locali, si nota come nella regione Campania sono presenti 130.643 unità locali, dove il 67% sono relative a società di capitali e il 13% a società di persone.     

L’analisi si focalizza poi sul dinamismo di nuove figure sociali imprenditoriali, in particolare di come influenzano il mercato le imprese partecipate e/o guidate da figure femminili, giovanili (under 35) e da stranieri. Le imprese registrate a partecipazione e/o guida under 35 maggioritaria sono superiori alla media italiana (il 10,8% è il dato regionale e l’8,5% quello nazionale), soprattutto si registra una rilevanza nei settori assicurativo (12,8%) e del turismo (15,8%), mentre si mantiene uniforme negli altri ambiti.

Le imprese cosiddette “femminili” hanno anch’esse una percentuale di incidenza maggiore nel dato regionale (23%) rispetto al dato nazionale (22,2%), ma inferiore al dato della macro-area (23,8%). Nelle imprese registrate a partecipazione e/o guida femminile maggioritaria, si nota un distacco in positivo di circa il 4% nel settore dell’agricoltura rispetto al dato nazionale (35,1% contro un 31,2%). Il comparto agricolo, primo come rilevanza, è poi seguito dalle imprese impegnate nel settore del turismo. Lo stesso trend è seguito ai livelli geografici superiori.

Contrariamente le imprese a partecipazione/conduzione “straniera” vedono inferiore l’incidenza regionale rispetto a quella italiana (rispettivamente 8,5% contro l’11,1%). Queste ultime differiscono dalla percentuale nazionale per ciò che riguarda le imprese impegnate nel Turismo: il dato nazionale, infatti si aggira sul 12,4% mentre quello regionale al 4,1%. È nel settore delle Costruzioni che maggiormente si può notare come non siano sviluppate le attività a conduzione straniera rispetto alla media italiana: in Campania solo l’11,9% contro il 19,3% della media italiana. Il settore più sviluppato a livello regionale risulta essere quello del Commercio (13,3%), seguito anche a livello di Area, mentre il dato italiano mostra il primato dell’Edilizia (19,3%).

Tutte le tre categorie sociali di impresa impongono come forma societaria preminente l’impresa individuale, come sintomo di difficoltà di accesso ai crediti.

I dati strutturali evidenziano la struttura occupazionale delle società campane. Il 77% degli addetti è di natura dipendente, valore che, come in quasi tutte le forme giuridiche societarie, rispecchia il valore medio. Tra gli addetti delle imprese individuali si registrano circa il 6% degli addetti indipendenti.

Per ciò che concerne i dati economici, si deduce come il valore di produzione delle imprese campane è pari a circa 131 miliardi di euro. Il 42% del valore della produzione viene creato dal settore del commercio. Da menzionare come le imprese campane di dimensioni “micro”, che ammontano al 78% del totale, creano un valore inferiore al valore di produzione delle “grandi” imprese, che rappresentano solo lo 0,6% del totale delle imprese.

L’analisi degli indici di bilancio delle società in utile evidenzia come il comparto del Turismo con un ROI del 9% si attesta come settore di punta. Sopra la media si attesta anche il ROI per il settore del Commercio (8,5%) e dei Trasporti (8,7%).

Infine, si analizzano i dati congiunturali, che testimoniano il saldo tra iscrizioni e cessazioni di imprese. Al quarto trimestre del 2023 risultano 7.794 nuove iscrizioni sul territorio campano. La variazione delle iscrizioni delle imprese nella regione Campania tra il quarto trimestre 2023 e il quarto trimestre 2022 è in miglioramento, con una crescita del 15,3%. La tendenza nazionale registra la medesima tendenza anche se con valori inferiori delle iscrizioni (+3,7%). L’elemento positivo delle nuove iscrizioni è peggiorato dall’aumento dei fallimenti (+70,3% anche se in termini numerici sono esigui) e delle entrate in scioglimento (+12,5%). Diminuiscono invece le cancellazioni (-11,4%).

Come per il dato aggregato delle imprese di nuova iscrizione, se si guarda ad una classificazione di interesse sociale, si può notare come il dato positivo di nuove aperture è ottenuto da tutte le tre categorie. Le imprese “femminili” aumentano del 20,3% con 2.220 nuove imprese, mentre le imprese “giovanili” crescono del 16,3% per 2.651 nuove imprese e le imprese a conduzione straniera mostrano un saldo positivo del 3,6% e con 834 nuove impese.

In Campania l’apertura di nuove unità locali supera in valori assoluti il numero delle chiusure (2.8946 contro 2.237). La variazione dal quarto trimestre del 2023 rispetto al 2022 fa notare una crescita delle chiusure inferiore alla crescita delle aperture (rispettivamente +0,7% e +3,2%). Le nuove aperture, così come le chiusure delle unità, sono collocate soprattutto nella stessa provincia: le nuove aperture all’interno della stessa provincia; infatti, contano circa per il 68% del totale, così come le chiusure.

Il terzo trimestre del 2023 conta un campione di 312.683 imprese attive. Queste imprese hanno registrato un miglioramento occupazionale (+3,1%) in linea se raffrontato con quello osservato a livello nazionale (+2,3%, su un campione di circa 3,4 milioni di imprese). È interessante notare come il solo dato negativo sia dato dall’occupazione delle imprese con meno di 9 addetti. Al contrario le imprese con più di 250 addetti lasciano registrare un aumento del 9,5% degli addetti rispetto al terzo trimestre del 2022.