Troppe disuguaglianze, senza giustizia sociale il Paese non riparte

Gli errori di una parte della Sinistra hanno prodotto disastri e le urne lo stanno dimostrando

troppe disuguaglianze senza giustizia sociale il paese non riparte

All’indomani della fine del fascismo, il popolo italiano era convinto e orgoglioso di aver conquistato la democrazia e posto fine al Governo di una persona e al potere delle Corporazioni, che avevano il potere e la facoltà di emettere norme giuridiche per la disciplina della produzione e dei rapporti di lavoro.

Si pensava che il potere venisse esercitato dal popolo tramite suoi rappresentanti, scelti con le elezioni e, perciò, guidati e controllati.  Iniziò, un periodo ricco di conquiste sociali e civili, che miravano, tra l’altro, a ridurre  le diseguaglianze tra i gruppi sociali. Purtroppo, l’euforia e l’onestà di chi aveva lottato per affermare la democrazia fece dimenticare che il male acquista diverse forme ed è sempre in agguato. Il fatto, che “la Via dell’amore” sfociò in Sodoma e Gomorra, lo dimostra.

Secondo me, si sottovalutò il fatto che la corruzione della Repubblica di Weimar fu utilizzata per  istaurare il Nazismo e che la superficialità dei Governi italiani del primo novecento, utilizzata da gruppi populisti, a servizio di ideologie esterne, provocò la Marcia su Roma. Non è un caso, che nel 1948, c’era chi voleva che i “cavalli dei cosacchi si dovevano abbeverare alle fontane di San Pietro”.

Grazie a persone,che sapevano come  concretizzare i valori della democrazia, il nostro Paese usci dal medioevo culturale e sociale. Il miracolo economico, la politica unitaria del Paese, la scuola media unica,lo Statuto dei lavoratori,il divorzio e la crescita del prestigio internazionale sono alcuni dei punti, che fanno capire la qualità della politica della prima Repubblica. Purtroppo, un po’ alla volta  le negatività umane incominciarono ad inquinare la società. Il conformismo, il consumismo, il presentismo, l’individualismo e la corsa verso l’arricchimento hanno provocato l’essiccamento dei valori della democrazia.  Anche le nuove caratteristiche dell’economia hanno  indebolito gli ideali, che erano alla base  delle associazioni politiche.

Un poco alla volta, il controllo delle masse è passato dalla politica ai poteri economici. Negli ultimi decenni, la pubblicità e l’informazione sono state le armi dei nemici della Democrazia, che sono riusciti a “mettere il mercato sopra lo Stato”. Byung Chul Han sostiene che l’Infocrazia ha emarginato la democrazia. Questo processo ha prodotto l’aumento delle diseguaglianze, che si manifestano nella differenza tra i redditi delle famiglie. Purtroppo, le scelte di una parte della sinistra ha prodotto differenze scandalose. In una società liquida, in cui il settore industriale produce appena  il 25% dell’economia, mentre gli altri settori non hanno le catene di montaggio, ci voleva più coerenza  politica. Attualmente, un giudice ha un reddito  annuale di 137,697 euro, mentre quello di un dipendente statale è di 36.782 euro. Dirigenti Ministeriali, Dirigenti di Comuni, di Province, di Regioni e di Enti di Servizio percepiscono redditi scandalosi.  

Passano gli anni e aumenta la diseguaglianza.  Infine, i sindacati e alcuni partiti santificarono la Scala mobile, che è uno strumento amplificatore delle diseguaglianze. Comportamenti furbeschi, perciò stupidi e miopi, di una parte sinistra stanno producendo la ricerca di altri equilibri sociali. I risultati elettorali degli ultimi anni  lo stanno confermando. Poiché è difficile prevedere i danni sociali ed economici, anche per l’influenza  dagli avvenimenti internazionali, è vitale riscoprire i nobili ideali.