La Campania è la terra dove le disuguaglianze, in termini di ricchezza, sono più forti. Lo dice l'Eurostat, analizzando i dati sul gap tra le diverse fasce di reddito in Italia. Già di per sé è enorme il divario tra nord e sud: il minor divario tra ricchi e poveri si registra in Regioni come Friuli Venezia Giulia (4,1) e Provincia di Bolzano (4), mentre la forbice è a livelli record in Campania e Sicilia, dove il 20% benestante ha un reddito 7,4 volte superiore al quintile più disagiato della posizione.
In generale dal 2008 la forbice si è allargata di molto: il differenziale tra ricchi e poveri è aumentato di una ulteriore unità: se allora valeva 5,21 volte, nel 2016 si era saliti al 6,27 volte (un record), per poi ridiscendere al 5,92 del 2017 e sfondare di nuovo la soglia del sei, a 6,09 volte, nel 2018. Nell’ultimo decennio, insomma, i poveri sono sempre più poveri e i ricchi sempre più ricchi. I dati dell’Eurostat non arrivano al 2019 e quindi non valutano ancora il possibile impatto del reddito di cittadinanza. Il dato per regioni evidenzia che il divario, oltre che tra ricchi e poveri, è anche tra Nord e Sud. O meglio: nelle Regioni storicamente benestanti, è anche meno larga la forbice tra chi ha di più e chi ha di meno. In questo caso le informazioni si fermano al 2017, anno in cui il minor divario si registra a Bolzano (4 volte la differenza tra i redditi) e in Friuli (4,1), seguite da Veneto e Umbria (4,2 volte). Il Lazio segna un indice del 6,5, la Lombardia si ferma a 5,4 mentre Sicilia e la Campania registrano i divari più ampi: il 20% dei più ricchi ha un reddito che è 7,4 volte tanto la corrispondente fascia dei più poveri. In Calabria il divario è di 7,1 volte, in Sardegna di 6,7. Al Sud fanno meglio Basilicata e Puglia, dove la forbice è calcolata in un divario di 5,5 volte.