A voler raccontare la storia della guerra di camorra che sta divorando Napoli basta sfogliare Facebook e basta scorrere i profili di chi uccide e di chi viene ammazzato. La linea che tiene insieme queste storie? Il sangue, la sete di potere, la droga, la follia. Ed è tutto scritto su pelle e diari. Parola per parola, nome per nome. Così la follia criminale è sempre pronta ad esplodere in una città trasformata in una grossa polveriera. Quella stessa follia ha una forma. Un aspetto preciso. E come tutte le guerre ci sono le vittime innocenti. L’ultima in ordine di tempo è Ciro Colonna. Non arrivava a 20 anni. Per avere qualche soldo in tasca e alleggerire la famiglia faceva il falegname dallo zio, frequentando di sera l’Istituto Tecnico. Meno di un mese si faceva ritrarre in foto sul lungomare Caracciolo con gli amici, era nella cartolina: il mare, il sole, il Vesuvio. Di sera a casa, a Ponticelli, in una città che è sempre Napoli seppur non lo sembri. Per niente. Oggi è all’obitorio perchè Raffaele Cepparulo, il vero bersaglio dei killer, lo avrebbe usato come scudo quando si è accorto che due uomini si erano avvicinati con la pistola per ammazzarlo. Una ipotesi che resta in piedi ad un giorno dalla pioggia di fuoco e sangue. La mente corre indietro di anni ad una storia altra ma simile. Ricordano tutti la sotria a Forcella della povera Annalisa Durante. Cepparulo, elemento di spicco dei clan in via di rinnovamento e sempre in guerra, è morto sul colpo, Ciro subito dopo in ospedale.
Redazione Na