Non trova un lavoro, s'impicca. Dramma in città

Si è tolto la vita nella sua cantina

Si è impiccato nella cantina del suo appartamento di via Imbimbo. Un uomo di quarantadue anni, P. P. ha deciso di farla finita. 
Chi conosceva bene l’uomo racconta però che da tempo non riusciva a trovare un lavoro stabile.  Si arrangiava con piccoli lavori da manovale. Poi la perdita dell'ultimo impiego saltuario aveva, forse, scatenato in lui un dolore insopportabile. Voleva mantenere dignitosamente la sua famiglia. Voleva fare qualsiasi lavoro onesto per assicurare ai suoi cari quanto servisse.

Lacrime, un silenzio assordante e disperazione nella zona. Si tratta delle case popolari che si trovano al di sopra della Mensa dei Poveri don Antonio Forte. Una zona in cui tutti si conoscono. Si tratta di quelle palazzine in cui tutti sanno tutto di tutti. Tutti raccontano di un uomo che voleva un lavoro, onesto, per andare avanti e dare alla sua famiglia quello che serviva. 

Quella del mal di vivere resta la piaga degli ultimi anni. Si è perso il conto delle vite spezzate dal dolore di una realtà insostenibile. Poche ore prima ci aveva provato un 29enne a Taurasi. Una tragica escalation. Una ultima sequenza di disperazione e morte che segue quella che sembra non finire mai degli ultimi mesi. Solo un mese fa sempre ad Avellino si è consumata un'altra tragedia. 

Una donna, nota professionista del capoluogo, si era lanciata dal sesto piano di un Palazzo in via Campane, molti i testimoni dell'estremo gesto che raccontarono di un un rumore agghiacciante. 

La donna, figlia di un noto professionista della città, è morta sul colpo. Antonella Bonito si lanciò dal balcone disperata. Un gesto estremo, doloroso e tragico. L'intera città oggi è ripiombata nel dolore. Un giorno come tanti. Un giorno di dolore e rabbia per il mal di vivere che continua a mietere vittime. 

Redazione