Concordia: confermata condanna a 16 anni per Schettino

Prevista anche l'interdizione da tutte le attività marittime per cinque anni

Confermata la condanna a 16 anni di reclusione per il naufragio della Concordia aFrancesco Schettino, l’ex comandante della nave. 

Lo ha deciso stasera la corte d’appello di Firenze. Schettino ha deciso di attendere la sentenza nella sua casa di Metà (Napoli). La sentenza è stata letta dal presidente della Corte, Grazia D'Onofrio, al termine di una camera di consiglio durata otto ore. Alla lettura della sentenza, l'imputato era assente. Schettino non si è mai presentato alle udienze del processo d'appello ed anche oggi è rimasto nella sua casa di Meta di Sorrento. In appello, il sostituto procuratore della Procura generale distrettuale, Giancarlo Ferrucci, aveva chiesto 27 anni di reclusione e tre mesi di arresto. La sentenza del Tribunale di Grosseto è stata emessa l'11 febbraio 2015.

Il 13 gennaio 2012 la Costa Concordia era in navigazione da Civitavecchia a Savona. Era una crociera nel mar Mediterraneo della compagnia Costa Crociere, un itinerario di successo tra la clientela, anche in mesi invernali. A bordo, tra passeggeri e membri dell’equipaggio, 4.229 persone. Il comandante Francesco Schettino ordinò una rotta ravvicinata all’Isola del Giglio, per motivi turistici, e delegò la plancia di comando a seguirla mentre era a cena in un ristorante della nave. Quando Schettino andò a riprendere il comando, la nave era sulla rotta sbagliata, puntava l’isola e solo all’ultimo istante, notando il riflesso di scogli affioranti, tentò un manovra correttiva che però non ebbe esito positivo. L’urto fu alle 21.45, di sera. Si parlò di ’inchinò ma l’intenzione era di una navigazione parallela per ’salutarè l’isola e le sue luci. Le rocce squarciarono l’acciaio, la nave andò fuori controllo, scarrocciò nella baia davanti all’isola e poi, spinta da un vento di grecale e dalle correnti, si adagiò su un fianco davanti al porto del Giglio. Nell’urto non morì nessuno, ma nelle ore successive 32 persone non uscirono vive dalla Concordia, bambini compresi. Gli altri si misero in salvo, graziati dalla vicinanza dell’isola che si mobilitò nei soccorso. I soccorsi proseguirono anche nei giorni successivi. Non tutti i dispersi morirono. A distanza di tempo furono trovati ancora vivi una coppia di giovani sposi coreani ed il commissario di bordo Manrico Giampedroni con una gamba fratturata. Invece il comandante della nave Francesco Schettino venne fermato poche ore dopo il naufragio sull’isola. Fu portato in carcere.

Schettino interdetto per 5 anni. Confermando la sentenza di condanna a 16 anni e un mese di arresto per il naufragio della Costa Concordia, la corte d'appello di Firenze ha inflitto però una pena accessoria più pesante per Francesco Schettino: l'interdizione per 5 anni da tutte le professioni marittime.

Aumentati i risarcimenti. La corte d'appello di Firenze ha rideterminato per parte dei naufraghi le somme a titolo di risarcimento danni, aumentandole di una media di 15 mila euro a persona circa. Questo quanto stabilito nella sentenza emessa stasera dai giudici di secondo grado contro Francesco Schettino. Per il Comune del Giglio è stata confermata una provvisionale da 300.000 euro per il danno non patrimoniale. Soddisfazione parziale di alcuni legali di parte civile che hanno annunciato di voler proseguire nelle loro istanze per ottenere risarcimenti più consistenti.
La difesa: vogliamo capire. «Non c'è nessun commento da fare, fra tre mesi leggeremo le motivazioni della sentenza e allora commenteremo. Vogliamo capire come mai la Corte è arrivata a confermare la condanna». Sono state queste le prime parole dell'avvocato Donato Laino, difensore di Francesco Schettino, che ha atteso la sentenza nella sua Meta.

Redazione Na