Fortuna, Marianna tenta il suicidio. «Peccato non sia morta»

Mimma Guardato: le sue figlie sono vive. La mia no.

La compagna del presunto orco del Parco Verde ha tentato di impiccarsi in bagno

Il dolore di una madre. Il dolore di una madre per sua figlia violentata e uccisa, scaraventata dall'ottavo piano di un palazzo dopo che aveva tentato di ribellarsi all'ennesima violenza. Mimma Guardato la mamma della piccola Fortuna Loffredo uccisa il 24 giugno di due anni fa è provata e sofferenza dopo aver assistito per due giorni all'incidente probatorio e aver visto attraverso un monitor proprio le amichette di Chicca raccontare quegli stessi orrori e quel maledetto giorno nel Parco Verde a Caivano.

Un giallo infinito. Con continui, sorprendenti colpi di scena. La giornata oltremodo carica di tensione per la seconda, attesa e decisiva udienza sul caso Fortuna, ieri, si è chiusa con uno sviluppo clamoroso. La compagna del presunto orco Raimondo Caputo, Marianna, ha tentato il suicidio. Era appena tornata in cella nel carcere femminile di Pozzuoli, nel tardo pomeriggio, dal tribunale Napoli Nord di Aversa dove le figlie hanno descritto gli abusi. La donna, in bagno, si è avvolta intorno al collo un lenzuolo che aveva nascosto e ha cercato di impiccarsi. E' stata salvata dagli agenti e ora è in isolamento. 

«Peccato che non sia morta. Io sono convinta che Marianna c’entri con la fine di mia figlia, anche se la sua bambina l’ha coperta. E pur confermando le accuse non ha voluto tirare in ballo la mamma».

Mimma soffre di più in queste ore. Vedere quelle bimbe le ricordano la sua. La sua Chicca.  «Almeno loro si sono salvate, si sono difese, anche se la mia Chicca non la potrò mai più vedere», ripete in lacrime la giovane donna all’uscita del tribunale alle 16.20.

Redazione Na