La sua prigione in un appartamento confortevole con un mega televisore da 55 pollici. Hanno dovuto sfondare la porta per prendere il superboss i Carabinieri a Qualiano. Umberto Accurso, 23 anni e già boss della Vinella Grassi, ha un curriculum da vecchi e navigato boss. Sanguinario, nessun senso del limite. Inseguito da quattro ordinanze di custodia cautelare in cui si raccontano ben cinque omicidi da lui ordinati, nell’elenco dei cento latitanti più pericolosi. Nonostante tutti questi reati e violenza, Accurso verrà ricordato per il raid contro la caserma dei carabinieri di Secondigliano, almeno venti colpi di kalashnikov sparati contro l’edificio in risposta alla perdita della patria potestà. Il giorno prima infatti i carabinieri avevano notificato alla moglie il provvedimento per il pericolo per i bambini di rimanere a Secondigliano con un familiare (lo zio Antonio, fratello del boss) oramai collaboratore di giustizia. «La giustizia ha vinto ancora», esulta il ministro dell’Interno Angelino Alfano.
Una indagine che, nel frattempo, fin dal giorno del raid contro la caserma, ha permesso anche di salvare le vite dei due bambini (ora restituiti alla madre e in una località protetta) allontanandoli dall’ambiente criminale e dando loro la prospettiva di una vita più sana.
Redazione Na