La piccola Irene non ce l’ha fatta. La notizia arriva con un fulmine a ciel sereno. E le speranze di salvarla svaniscono per sempre. La bambina di tre anni, figli di due giovani di Scampia, dal 20 maggio scorso aveva un cuoricino nuovo. Ma ieri è morta in seguito a una crisi respiratoria all’ospedale San Giuliano di Giugliano di Napoli. Ora i genitori, entrambi diciottenni, hanno sporto denuncia contro i medici del Monaldi che avrebbero rifiutato il ricovero alla loro bambina.
Irene, affetta da una miocardite fu trasferita al policlinico di Bologna dal Monaldi con un volo speciale, seguito da una scia di solidarietà per sostenere le spese del viaggio dei genitori-ragazzini di Scampia.
«Troppo piccola», avevano detto i vertici della sanità regionale, «per curarla qui», a causa della carenza di personale in corsia dovuta al turn-over bloccato dal piano di rientro dal deficit del settore. «La decisione di andare a Bologna - afferma il direttore sanitario dell'azienda ospedaliera dei Colli, Nicola Silvestri - fu presa dall'allora primario di cardiochirurgia pediatrica, dopo aver contattato la struttura fuori regione più vicina, il Bambin Gesù di Roma, che aveva, però, tutti i posti letto occupati. Lì, la bambina fu curata con i farmaci e fu dimessa: i medici non ritennero di inserirla nella lista d'attesa per i trapianti».
Ma, il 16 gennaio 2015, la piccina ritornò al Monaldi in arresto cardiaco, e si rivelò impossibile raggiungere quella che avrebbe dovuto essere la struttura più attrezzata e in grado di seguirla, ma distante cinquecento chilometri. Troppo lontano, quel centro, per intervenire con rapidità.
Rianimata dai medici napoletani e iscritta nella lista d'attesa per il trapianto, Irene fu poi tenuta in vita con un cuore artificiale in attesa di un aiuto da parte di un'altra famiglia colpita dal dolore, ma senza più niente da poter tentare. Dal ricovero al Monaldi trascorsero così altri cinque mesi. Cinque mesi di desideri e paura, senza mai poter lasciare l'ospedale. Ma dopo il cuoricino nuovo Irene non si è più ripresa. Sabato la piccola aveva la febbre a 38, era pallida, poi la morte tra le braccia della madre.