Le mani della camorra sull'emergenza covid: dpi e mascherine

Con il lock down boom di reati informatici a Benevento e Avellino

le mani della camorra sull emergenza covid dpi e mascherine

La relazione del presidente della Corte d'Appello alla vigilia dell'apertura dell'anno giudiziario

L'allarme del presidente della Corte d'Appello alla vigilia della cerimonia di apertura dell'anno giudiziario: la camorra fa affari sulla pandemia.Il presidente De Carolis ha incontrato la stampa con il procuratore generale Luigi Riello, l'avvocato generale Antonio Gialanella e il vicario della Corte Eugenio Forgillo. Illustrato l'andamento della giustizia nel Distretto che racchiude oltre al tribunale di Napoli, anche quello di Napoli Nord, Caserta, Avellino, Santa Maria Capua Vetere e Benevento.

"Dalla relazione del Questore di Napoli emerge che le attuali dinamiche criminali in citta' e in provincia appaiono ancora "fortemente condizionate dalla preponderante presenza del radicamento storico della camorra, che tende a governare lo svolgimento di tutti i tratti illeciti". La destrutturazione dei clan storici prodotta dall'azione giudiziaria "porta a continue azioni di fuoco simboliche da parte di clan piu' piccoli di dimensioni ma che cercano spazio". Al centro citta' i clan storici provano a stare fuori da dinamiche, per cosi' dire del genere e invece "accumulano patrimoni chiedendo tangenti ai clan piccoli". I clan della provincia di Napoli, invece, sono e restano piu' coesi. "La criminalita' e' pronta a spartirsi la torta - dice il procuratore generale, Luigi Riello - Il numero enorme di fallimenti, di crisi economiche rischia di aumentare l'infiltrazione della criminalita' organizzata nel commercio e nell'industria. Rischiamo il welfare della camorra. La Dda e' molto attenta, ma man mano che andiamo avanti e ci avviciniamo al momento della spartizione dei fondi abbiamo bisogno di una risposta strategica contro la camorra sempre piu' raffinata e meno violenta. 

Il lockdown ha inciso sulla vita di tutti e anche su quella della criminalita' organizzata che si e' dovuta inevitabilmente riorganizzare per poter fare affari. E cosi' ha messo le mani nella commercializzazione di dispositivi di protezione e in particolare di mascherine, vendendole non solo a farmacie e negozi, ma anche agli ospedali campani. "Il riciclaggio e il reinvestimento di denaro da parte della criminalita' organizzata e' risultato piu' difficoltoso non potendo accedere al mercato delle imprese turistiche, della ristorazione e dell'abbigliamento, ha trovato nuove fonti di riciclaggio e guadagno nella commercializzazione di mascherine, che sono state vendute in grossi quantitativi anche agli ospedali", spiega De Carolis. 

Con lockdown piu' reati informatici.  Boom a Benevento con il 60% di casi in piu', ben 813 denunce. Ad Avellino, 1.670 casi segnalati e a Caserta 2.863 casi. "Per quanto riguarda l'andamento dei reati c'e' una notevole riduzione dei fatti commessi, pari a 18,15% che sono passati a Napoli e provincia da 130.306 dell'anno 2019 a 106.653 del 2020 - dice ancora Riello - calo degli omicidi volontari, anche di tipo mafioso, degli omicidi colposi, delle lesioni, delle violenze sessuali e dei furti. Cosi' come sono diminuite le rapine e lo spaccio". Ma "in questo periodo abbiamo avuto notizie di un aumento di violenze domestiche, usura ed estorsioni. Non tutto quello che accade viene denunciato", spiega il procuratore generale. "Diminuiscono i reati, ma aumentano i processi. La legge nuova non e' entrata in vigore. Il nodo di fondo che non viene mai affrontato. Non abbiamo affrontato la riforma strutturale della riforma penale - conclude Riello - abbiamo copiato male il processo accusatorio. Non e' possibile avere un primo grado cosi' garantito e lungo e non si svolgono i riti alternativi".

Baby criminali . "Anche se i procedimenti a carico dei minorenni e i reati commessi dai minorenni sono diminuiti, purtroppo la questione giovanile nel nostro territorio non è certamente risolta" ha detto il procuratore generale , Luigi Riello. "Non si è fatto granché rispetto agli anni passati per il recupero e la bonifica sociale", ha spiegato Riello che ha citato due episodi: "Nel gennaio 2020, in occasione dei fuochi di Sant'Antonio, ci sono stati momenti di vera e propria guerriglia urbana di minorenni che hanno assaltato con lanci di uova e oggetti le forze di polizia, qualche mese dopo un gruppo ragazzi ha assalito con un lancio di sassi una pattuglia dei carabinieri che stava procedendo al loro controllo in quanto sorpresi in strada in violazione delle norme anti Covid". Secondo Riello "questa indifferenza ai rigori della legge e questo odio nei confronti dei rappresentanti dello Stato è significativo, come lo è il fatto che le associazioni camorristiche con presenza di minori sono aumentate, da 10 a 12, il che vuol dire che purtroppo l'utilizzazione da parte delle organizzazioni camorristiche dei minorenni non solo non si è arrestata ma è aumentata". 

Allarme pm su pentimenti dei boss.  C'e' un fenomeno che preoccupa la Procura di Napoli che ha inviato una segnalazione ai vertici del Distretto della Corte d'Appello e riguarda le "dissociazioni" di boss e affiliati della camorra "che non meriterebbero sconti di pena". Ha spiegato il procuratore generale, raccontando il caso "singolare del clan Moccia" che controlla i comuni di Afragola e Casoria, a nord di Napoli. "Ci sono dissociazioni di molti esponenti che non collaborano con la giustizia. Non si definiscono pentiti ma dissociati e si limitano solo a riferire di essere dissociati - dice Riello - questa dissociazione porta a qualche diminuzione di pena che non sarebbe opportuna. Abbiamo raggiunto un episodio che realmente pone l'attenzione sulla protervia della camorra che ha deciso di agire legalmente contro giornalisti, magistrati, organi di polizia giudiziaria, testimoni, pentiti che li accusavano di essere camorristi". 

La giustizia. Un processo su due finisce in pescrizione. Quasi un processo su due in Corte d'Appello  si conclude con la prescrizione. Il dato è stato fornito dal presidente  Giuseppe De Carolis di Prossedi, presentando la relazione sull'andamento della giustizia e degli indici della criminalità nel distretto. I procedimenti penali definiti in appello con declaratoria di estinzione del reato per prescrizione sono stati 3.626, pari al 39,6%, mentre negli altri uffici del Distretto sono stati complessivamente 67 per il dibattito collegiale (pari al 4,9%), 2.565 per il dibattimento monocratico (pari al 9,6%), 2.562 per le sezioni Gip-Gup (pari al 4,4%) e 2.302 per le Procure della Repubblica (pari al 2,4%). 

Situazione drammatica nel settore penale. "E' il settore che ha subito maggiormente le difficoltà di celebrazione dei processi determinati dalla pandemia" rende noto il presidente della Corte d'Appello di Napoli. "Nonostante tali difficoltà - si legge nella relazione - la Corte è riuscita a contenere la riduzione delle definizioni nella misura del 4%, definendo 8.956 procedimenti, ma a fronte di una sopravvenienza dei ben 12.604 procedimenti, ha visto aumentare ulteriormente la pendenza di circa il 6% da 52.215 a 55.409". Positivo invece anche quest'anno, nonostante la pandemia, il dato della Corte di Assise di Appello che ha definito ben 97 procedimenti a fronte dei 43 di Roma e 52 di Milano, riducendo la 217 a 204 i procedimenti in pendenza, che rimane tuttavia molto alto e senza uguali nel resto del Paese, se si considera che la Corte d'Assise d'Appello di Roma ha una pendenza di appena 25 processi e quella di Milano 37. Negativo è invece il dato della sezione Minorenni della Corte d'Appello che è aumentato la pendenza da 63 a 88 procedimenti penali.