Un altro poliziotto morto per il Coronavirus riaccende la preoccupazione sul contagio nelle carceri. Con i Verdi che si uniscono allo sciopero della fame di Rita Bernardini, in corso da 32 giorni, e a cui a staffetta hanno aderito 3mila persone, per chiedere misure urgenti per ridurre il sovraffollamento. E' l'allarme che arriva da alcuni Garanti dei detenuti, a partire da quello di Bologna per i numeri in salita dei positivi tra i ristretti del carcere della Dozza. L'assistente capo deceduto per il Covid aveva 57 anni, era sposato con tre figli e aveva contratto il virus durante il servizio nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. Da un mese era ricoverato nell'ospedale di Maddaloni, in provincia di Caserta. Con la sua salgono a quattro dall'inizio della pandemia le morti tra i poliziotti penitenziari per il Coronavirus. Morti che si sommano a quelle dei detenuti, 8 dal principio dell'emergenza, quasi tutti gia' affetti da gravi patologie. Un triste elenco a cui va aggiunto anche il responsabile sanitario del carcere di Secondigliano, Raffaele De Iasio, come riferisce il Sappe, il principale sindacato della polizia penitenziaria, che ora solleva la polemica. Se fossero state ascoltate le nostre grida di allarme "sin dal gennaio scorso" si sarebbe potuto fronteggiare l'emergenza con i "necessari dispositivi di protezione: caschi, visiere, guanti e mascherine" , sostengono il segretario generale Donato Capece e quello campano Emilio Fattorello, lamentando che tuttora in alcune regioni non siano stati fatti i test rapidi al personale della polizia penitenziaria. "Non si possono attribuire responsabilita' ad alcuno" per questa ed altre morti, osserva invece la Uilpa polizia penitenziari, che con il suo segretario generale Gennarino De Fazio denuncia invece "un'assurda e ripugnante stortura": il mancato riconoscimento dell'infortunio sul lavoro agli appartenenti alla Polizia penitenziaria che contraggono il Covid-19 durante ii servizio. Paradossalmente la morte dell'assistente capo e' sopraggiunta mentre sta calando il contagio nelle carceri tra il personale. Secondo gli ultimi dati del Dap comunicati ai sindacati sono 851 gli operatori positivi in tutta Italia, di cui 780 addetti al comparto sicurezza, e in gran parte sono asintomatici. Un dato in costante diminuzione nelle ultime settimane, dal picco raggiunto il 25 novembre scorso di 1.042 contagi. La regione con il maggior numero di operatori positivi (138, quasi tutti asintomatici) e' la Campania e se il carcere di Secondigliano e' al primo posto con 47 (ci cui 42 asintomatici), al secondo c'e' Santa Maria Capua Vetere con 30 (uno solo con sintomi). Prima per contagi tra i detenuti e' invece la Lombardia: sono 350 , di cui 333 asintomatici e 13 ricoverati in ospedale. Il penitenziario lombardo con piu' contagiati e' Bollate (104, di cui 93 asintomatici e 2 ricoverati), seguito da Opera (70, 9 in ospedale e 57 asintomatici). Fuori dalla regione i focolai principali sono in Abruzzo a Sulmona (83 i positivi, di cui 9 in ospedale e 73 asintomatici), in Friuli Venezia Giulia a Trieste (79 dei quali 73 senza sintomi) e Tolmezzo (54: 50 asintomatici e 3 in ospedale), in Emilia Romagna a Bologna (65 , con 61 asintomatici e 3 ricoverati.