L'attesa è ora per l'autopsia, il cui incarico sarà affidato domani dalla Procura. Un esame fondamentale per spazzare via i dubbi – primi fra tutti quelli nutriti dalla famiglia, assistita dall'avvocato Fabio Russo - sulla tragica morte del 34enne di Torre Annunziata che sabato scorso si sarebbe tolto la vita nel carcere di Poggioreale. Secondo gli inquirenti, il giovane l'avrebbe fatta finita stringendosi al collo i lacci delle scarpe mentre i compagni di cella erano al passeggio.
Detenuto dal gennaio 2015, quando era stato arrestato in un'indagine antidroga della Dda, il giovane era stato condannato per spaccio con l'aggravante di aver agevolato un clan camorristico, ma assolto dall'accusa di associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti e da un secondo addebito di spaccio, anch'esso contestato con l'aggravante camorristica. Sette anni la pena che gli era stata inflitta in primo grado, ridotta a sei anni in appello, nel novembre del 2017, con una sentenza non impugnata in Cassazione perchè non ne sono state ancora depositate le motivazioni.
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