L'Europa rischia di dover fronteggiare una «diaspora di ritorno» dei foreign fighters dell'Isis. I terroristi sconfitti sul piano militare, potrebbero utilizzare proprio i flussi migratori dal Nord Africa verso l'Europa e in particolare verso l'Italia per alimentare la loro minaccia terroristica nei confronti del mondo occidentale. «Il rischio è reale», lo ha detto il ministro dell'Interno Marco Minniti, intervenendo nell'Aula di Montecitorio al seminario su difesa e sicurezza organizzato dall'Assemblea Parlamentare della Nato.
Minniti, regista della strategia antiterrorismo del Governo, in prima linea nel coordinamento del controllo del territorio contro il fanatismo islamico spiega come sia cambiata la geografia del terrore e quali siano le strategie da adottare per la difesa di un territorio ormai così esposto al rischio. «Nel momento in cui l'Isis viene sconfitto a Mosul e a Raqqa c'è il rischio di una diaspora di ritorno ha spiegato -».Nessuna equazione diretta tra migrazione e terrorismo, ma serve un maggiore controllo. Tra le due cose, ha chiarito Minniti, «non c'è un'equazione. Ma se l'accoglienza è illimitata - ha concluso - è difficile integrare».
Dunque, «dobbiamo guardare con grande attenzione a due grandi questioni: il tema della Libia e del suo confine sud che diventa sempre più il confine sud di tutta l’Europa, non solo sul terreno del contrasto ai trafficanti di esseri umani ma anche sul terreno molto importante del contrasto al terrorismo internazionale. Un imperativo categorico per l’Europa, per la Nato e per l’intera comunità internazionale».
"Se lo scorso anno qualcuno mi avesse chiesto se era possibile che una minaccia organizzata di Daesh poteva utilizzare i flussi migratori per minacciare l'Europa, avrei risposto di no. Ma nel momento in cui si tratta di una fuga individuale, di una diaspora, il rischio che questi singoli soggetti possano unirsi per mimetizzarsi ai flussi migratori diventa un rischio reale".