Arrestato si suicida in questura: indagati i poliziotti

Il Coisp insorge: “Un assurdo a ccanimento contro chi tutela i cittadini

Interviene anche il Coisp Campania sul caso di Bologna


“E’ di inaudita gravità l’ennesima manifestazione di puro accanimento contro gli appartenenti alla Polizia di Stato chiamati a operare senza mezzi né numeri adeguati e poi gettati in pasto ad ingiusti e immeritati inferni giudiziari quando le cose non vanno per il verso giusto proprio a causa delle lacune di un sistema che ci vorrebbe dotati di poteri soprannaturali. I colleghi indagati per omicidio colposo a Bologna per il suicidio di un arrestato sono solo le ultime vittime sull’altare dell’indifferenza, dell’inadeguatezza, dell’ingiustizia di un apparato logisticamente non all’altezza dei nostri compiti, in cui donne e uomini vengono considerati, fatti alla mano, semplici numeri da sacrificare in nome di qualsiasi altra cosa, primo fra tutti un insano e fasullo risparmio i cui nefasti effetti ricadono interamente ed esclusivamente sulle spalle dei cittadini e degli appartenenti alle Forze dell’ordine. Ma se un arrestato riesce a togliersi la vita in un ufficio con più cell
 e ma senza uomini a sufficienza per sorvegliarle e senza che neppure funzioni a dovere il sistema di videosorveglianza, allora concludere che la colpa di questo potrebbe essere dei due poliziotti lasciati soli a gestire tutto, lo ripeto, è puro accanimento”.
Lo afferma Domenico Pianese, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, commentando quanto avvenuto a Bologna dove due poliziotti sono stati indagati per omicidio colposo a seguito del suicidio di un senegalese ristretto in una delle celle della questura. L’uomo, arrestato per maltrattamenti in famiglia e resistenza a pubblico ufficiale, si è impiccato con una maglietta nella cella di sicurezza mentre la moglie – già vittima di precedenti episodi violenza - formalizzava la denuncia contro di lui. Per i due poliziotti, ora, l’iscrizione sul registro delle notizie di reato secondo l’ipotesi d’accusa di omicidio colposo.
“Ma parlare del classico ‘atto dovuto’ a tutela degli indagati non serve affatto a indorare la pillola – conclude Pianese -. Gli ‘atti dovuti’ a tutela degli indagati sono un dramma per chi fa il nostro lavoro e non può permettersi di pagare avvocati e perizie di parte. I poliziotti e la Polizia devo essere tutelati nei diversi modi e nelle diverse sedi. A cominciare dal fatto che non si lascia mandare avanti un ufficio dalla metà del personale, per finire con una tutela giuridica e legale senza la quale lavorare serenamente è impossibile”