Il trans ricatta i clienti. Paga o racconto tutto a tua moglie

Richieste fino a 50mila euro, «o tutti sapranno cosa fai con me».

Rosa voleva cambiare vita, ha tentato una scorciatoia: da oggetto sessuale a carnefice. Ma è finita nell'unico modo possibile. In carcere.

Forse ci ha pensato mentre si truccava. O indossava quei microabiti da donna. Le calze nere che proprio non doveva far smagliare o le scarpe tacco dodici comprate su Amazon: solo lì può trovare facile quel proibitivo 43. Lui si chiama Giuseppe, ha 38 anni. Ma tutti la conoscono come Rosa. E' una trans. Batte a Reggio Calabria. Ha diversi clienti. Non tanti, l'età si fa sentire. E anche per questo ha pensato quella cosa. Non solo per arrotondare, ma per dare un calcio a quella vita. Ha deciso di ricattare i suoi clienti.

E lo ha fatto.

Da oggetto sessuale a carnefice. Un passo lungo. Che è finito nell'unico posto possibile. In carcere. Rosa è stata arrestata dagli agenti della squadra mobile. Non a Reggio, ma a Catania.

Rosa adescava i clienti sul web. Annunci, foto, promesse di piaceri intensi. Solite cose. Veniva contattata. Messaggi soprattutto. Espliciti, naturalmente. Messaggi che custodiva gelosamente. Compromettenti, spesso accompagnati da foto. Ancora più compromettenti.

Dopo gli incontri erano proprio quelle parole scritte su whatsapp, e quelle immagini, il nucleo forte del ricatto. «Paga o diffondo tutto ovunque. Faccio sapere a tua moglie, ai tuoi figli, agli amici e ai colleghi di lavoro che razza di porco sei». Richieste fino a 50mila euro.

Qualcuno ha pagato. Solo qualcuno. Gli altri hanno denunciato. Alla polizia di Reggio Calabria.

Sono scattate le indagini. I pedinamenti, le intercettazioni.

Rosa ha capito qualcosa. Soprattutto dalle parole di qualche cliente ricattato: «Non avrai un euro e finirai in galera».

Allora ha capito che la sua vita non sarebbe cambiata. Che quel diventare per una volta carnefice era stata pura illusione.

Rosa ha fatto le valigie. Via da Reggio Calabria. Ha cercato rifugio a Catania. Stessa vita, altre conoscenze. Molte più difficoltà.

Ma non poteva durare. Gli agenti della squadra mobile di Reggio non ci hanno messo molto a trovarla (poteva evitare di farsi pubblicità sul web...). E in collaborazione con i colleghi etnei l'hanno arrestata.

Quando è entrata in carcere ha capito che il sogno di una vita diversa era sfumato per sempre. Aveva tentato la carta disperata. Una scorciatoia. Ma era un vicolo cieco. L'ennesimo.