Consip, Romeo e il Pd: c'è una gran puzza di tangentopoli

Appalti miliardari, burocrati corrotti, imprenditori in cella.

E il giglio magico di Renzi che trema. L'inchiesta potrebbe aprire le porte a una nuova mani pulite. Per Romeo «così fan tutti»...

di Luciano Trapanese

C'è puzza di una nuova tangentopoli. L'inchiesta Consip apre spiragli inattesi, parzialmente imprevedibili. Potenzialmente dirompenti.

I fatti li conoscete. Al centro delle indagini l'imprenditore campano Alfredo Romeo. E poi funzionari della Consip, il ministro Luca Lotti, l'ex An, Italo Bocchino (e con lui l'ex governatore della Campania, Stefano Caldoro), generali dei carabinieri, il padre dell'ex premier Matteo Renzi.

Una storia di presunte corruzioni per appalti miliardari. Con la presenza di una nuova figura, coniata dalla stesso Romeo: il prototipatore. Cioè colui che costruisce dei bandi su misura e favorisce determinate aziende. Un sarto della corruzione.

Ma non solo. Lo stesso Romeo avrebbe dichiarato che faceva quello che fanno gli altri. Come dire che la corruzione – anche a livelli altissimi – è una pratica diffusa.

Il Mario Chiesa della situazione, il funzionario Consip che può far saltare il banco e mettere in chiaro dinamiche al momento molto sospette, è Mario Gasparri, ex ad della Consip. Il prototipatore. Quando ha saputo che nel corso delle indagini su Romeo era venuto fuori il suo nome, ha deciso di parlare. Di raccontare tutto ai magistrati. Ha iniziato a dicembre. Due mesi dopo sono scattate le manette per l'imprenditore napoletano. Ma può essere solo l'inizio. Di certo molti hanno iniziato a preoccuparsi. Soprattutto se il teorema Romeo si rivelasse fondato, quel così fan tutti che davvero riporta agli anni di tangentopoli.

Ma rispetto all'epoca di Mani pulite è cambiato tutto. Lo scenario, ma non solo. Se prima la corruzione passava dai partiti, ora le questioni diventano più “personali”. Ci sono burocrati e funzionari a dirigere le fila, gli imprenditori naturalmente e gruppi di potere. Potenzialmente delle lobbies, ma che si muovono molto oltre il limite della legalità. E se all'epoca delle inchieste del pool milanese sono finiti sotto inchiesta anche sottufficiali delle forze dell'ordine, ora nelle indagini ci sono generali. Il livello è molto più alto.

L'inchiesta Consip rischia di colpire il Pd, soprattutto i vertici e quel Giglio magico che circonda lo stesso Renzi. Tra le persone coinvolte ci sono suo padre e il suo più stretto collaboratore, il ministro Lotti. Per l'ex premier rischia di essere un colpo più duro della scissione di qualche giorno fa.

Ora un passo indietro. Non tutti sanno cos'è la Consip. E' l'acronimo di “Concessionaria servizi informativi pubblici”. Una società per azioni che ha un unico azionista, il mistero dell'Economia e delle finanze. Ha cambiato ruolo negli anni e oggi è diventata la “centrale di committenza nazionale”. Con un obiettivo: la razionalizzazione degli acquisti della Pubblica amministrazione.

Nata quindi per ridurre le spese (un esempio banale: carta negli uffici o siringhe negli ospedali), si ritrova ora al centro di una bufera. L'amministratore delegato, Luigi Marrone (amico di Renzi), ritiene la Consip parte lesa in questa vicenda.

Nel frattempo Mario Gasparri continua a parlare. Sapremo presto se si tratta di un nuovo Mario Chiesa (la miccia che ha innescato l'incendio di tangentopoli), o se la presunta corruzione resterà circoscritta. Solo un episodio. E non travolgerà un sistema di potere che questa volta non sembra avere bisogno dei partiti per alimentarsi.