Si uccide dopo l'annuncio su Facebook: e il web lo insulta

Il fango sul web non risparmia le tragedie e i morti. L'accanimento contro un 51enne.

Una storia che ricorda quella Tiziana Cantone. Sotto il post dell'uomo un corollario senza fine di insulti e sberleffi. Quando l'immondizia diventa social.

E' uno strano mondo quello dei social. Davvero. Dove tutti sono amici e dove tutti sono pronti a gettare fango a quintalate. Su ogni cosa. Anche sulla morte. La storia di Tiziana Cantone non ha insegnato nulla. L'insulto, l'offesa, la cattiveria gratuita e oltre ogni limite sono sempre lì. Pronti a esplodere. Basta un niente.

La storia di Marco Favaro, 51 anni, lo dimostra in pieno. Purtroppo. Era il titolare di una pizzeria nel trevigiano. Vedovo da un anno. Padre di un ragazzo di 14 anni e di una bimba di sei. Dalla morte della moglie era caduto in depressione. Ha scritto su Facebook: «Addio... Non ce la faccio più». Gli amici e i conoscenti (come si legge su VeneziaToday), si sono preoccupati. Hanno cercato di contattarlo. Sono andati sotto casa. Inutilmente. E' stato trovato cadavere qualche ora dopo.

Nel frattempo sotto il suo post (come riporta Giornalettismo.it) – oltre al cordoglio di tanti – moltissimi non hanno perso l'occasione per sbeffeggiarlo, pubblicare meme insultanti, frasi irripetibili. Un corollario di immondizia sotto forma di frasi che è davvero sconcertante.

Nessun rispetto, neppure di fronte alla drammatica morte di un padre. Neppure a pochi giorni dal Natale. Basta dare il là, e si scatena la marmaglia.

Ogni volta ci chiediamo, “perché”? E ogni volta si resta senza parole. Del resto l'idiozia è inconsapevole (altrimenti non sarebbe idiozia) e senza senso: e ci vuole poco a innescarla. Magari molti pensano che prendere in giro uno che è morto è divertente, dissacrante. Proprio come dopo la morte di Tiziana Cantone. A qualcuno – in realtà erano molti – sarà sembrato opportuno scrivere frasi ignobili a commento di quel drammatico suicidio. Lei, uccisa due volte. E sempre dal web. Prima l'iper diffusione di quei video (che sono ancora in giro). Con commenti conseguenti: continui, martellanti, offensivi. Così insistenti che prima l'hanno costretta a non uscire di casa. Poi l'hanno spinta il suicidio. E dopo la morte le offesa a Tiziana sono continuate. Come nulla fosse. Hanno sputato virtualmente sulla sua tomba. Così come hanno denigrato un uomo disperato che ha lasciato soli al mondo i suoi due figli.