Sesso e bufale: non è vero che chi ha il piede grande...

Gli sconcertanti risultati di uno studio effettuato dalla Sigo.

“Verità” sballate anche sulla contraccezione. E il 56 per cento delle ragazze non conosce la posizione esatta della vagina.

E' un dato emerso già da tempo. E che suscita sempre una certa impressione. Il 20 per cento delle ragazze tra i 20 e i 30 anni dà credito a notizie del tutto fasulle sulla sessualità e le tecniche contraccettive. Lo studio risale allo scorso anno ed è stato effettuato dalla Sigo, Società italiana di ginecologia e ostetricia. Un osservatorio quindi in prima linea su queste tematiche. Certo, per chi immaginava che ai tempi del web non ci sarebbero stati segreti per i più giovani rispetto al sesso, ebbene si sbagliava. C'è una sovrabbondanza di informazioni. E molte sono sbagliate ai limiti dell'assurdo.

Eccone alcune: il due per cento delle ragazze ritiene esista una precisa correlazione tra la lunghezza del piede di un uomo e le dimensioni del suo pene. Per il 4 per cento delle donna (anche non più giovanissime), un bagno caldo dopo un rapporto non protetto può rappresentare una valida alternativa alla pillola del giorno dopo.

L'indagine della Sigo è stata effettuata in dodici Paesi. Sono state ascoltate 5mila e 900 donne tra i 20 e i 30 anni. Cinquecento sono italiane. Il web ha avuto un ruolo importante nell'alimentare la diffusione di notizie infondate. E contribuire a una cultura della sessualità non solo insufficiente, ma del tutto sballata.

Altri dati: sei ragazze su dieci ritengono che sia normale provare dolore durante il rapporto. E ancora – questo è sconcertante – il 56 per cento non conosce la posizione esatta della vagina. C'è poi un altro dato conferma perché ci sono molte gravidanze indesiderate: il cinque per cento delle intervistate ritiene il coito interrotto un valido metodo contraccettivo.

Proprio sulla contraccezione le incertezze delle ragazze sono notevoli. L'uso di pillole o sistemi intrauterini (oggi molto diffusi), vengono ignorati dal 24 per cento delle donne perché «possono compromettere la fertilità». Un altro 12 per cento non li usa perché fanno prendere peso. Quindi meglio il coito interrotto (la Lorenzin sarà felice).

La conferma che sul web – per chi vuole – ci sono informazioni dettagliate. Su tutto. Ma anche panzane inenarrabili. E che spesso diventano, chissà perché, più credibili. Eppure le ragazze di oggi, rispetto alle coetanee di 30, 40 ani fa (inutile naturalmente andare più indietro), hanno la possibilità di apprendere notizie sulla sessualità, un tema che in molte famiglie resta tabu, un po' ovunque. E in particolare sul web. Ma, appunto, è proprio la rete che insieme alle informazioni vere consegna anche autentiche bufale (e non solo sulla sessualità). Evidentemente, ma questo è chiaro, non è saggio affidare solo a internet, come purtroppo sta accadendo, il compito di informare e in modo esauriente, le ragazze. Una volta c'erano i consultori. Oggi molti sono chiusi. E quelli aperti funzionano tra mille difficoltà. In barba alla legge che li ha istituiti.