Prostitute uccise, la notte senza fine delle lucciole

A Benevento un concerto per Esther. Salerno ha dimenticato Mariana e Roxana.

Reazioni diverse e lo stesso dramma.

 

di Luciano Trapanese

C'è chi dimentica in fretta. Nasconde sotto il tappeto dolore e morte. E chi invece ricorda, e nel nome di quel dolore e di quella morte cerca una speranza. A Salerno il brutale assassinio di due giovani prostitute, Mariana e Roxana, ha suscitato qualche giorno di emozione, un po' di polemiche e una messa al Duomo. A Benevento l'efferato omicidio di una lucciola nigeriana, Esther, è rimasto impresso nella memoria della città, e mesi dopo si continuano a organizzare iniziative per non dimenticare.

Il dramma di Esther è uguale a quello di tante altre ragazze. Arrivate in Italia con la speranza di una vita diversa, ma presto sopraffatte dalle violenza e dagli abusi e costrette a vendere i loro corpi sui marciapiede del Bel Paese.

Nessuna fiaccolata per Roxana e Mariana. La prima uccisa a Capodanno. L'altra a maggio. Sempre nella stessa zona: estrema periferia est di Salerno, a due passi dallo stadio Arechi. In un campo incolto, non lontano da un gruppo di edifici e a pochi metri dalla Litoranea. La strada delle lucciole. Quasi tutte ragazze dell'Est. Quasi tutte giovanissime. E che non hanno mai smesso di lavorare. Neppure dopo gli omicidi. Neppure di fronte alla paura concreta di fare la stessa fine di Mariana e Roxana: pestate e sgozzate a morte. E trovate seminude, tra gli arbusti. Gettate lì, come immondizia, merce avariata. Sfruttate e soppresse. Quella zona degradata, resta degradata. Una terra di nessuno. Senza regole. La zona dei falò, delle ragazze ricoperte da minuscoli pezzi di stoffa. In attesa di clienti sempre numerosi. Sotto gli occhi di tutti. Anche delle forze dell'ordine.

A Benevento, Parco Cellarulo. Doveva essere un'area verde. E' stata un fallimento. Tra le panchine sono comparse le prostitute. Tra loro anche Esther. Nigeriana, mamma. Lì è stata uccisa.

Quella zona è stata ripulita dai volontari della Caritas e dalla comunità evangelica. Rimessa in sesto. Da zona di degrado a zona di aggregazione. E sabato si farà un concerto, dedicato alla giovane venuta dalla Nigeria. Un messaggio di speranza. Per tutte le ragazze come Esther. E per chi non vuole arrendersi all'avanzare di quelle aree grigie, dove tutto è possibile. Anche vendere corpi e uccidere.

Perché a Benevento quella reazione e a Salerno niente? Forse perché a Salerno, lungo la Litoranea, la presenza delle prostitute è una costante da decenni. E la vita di quelle ragazze scivola via, come pioggia sui vetri. Esseri invisibili, merce in vendita. Sono tante, esistenze sovrapposte, senza passato e senza futuro. La notizia di un omicidio è solo una notizia. Non provoca né commozione, né rabbia. E tutto ricomincia, il giorno dopo. Sempre lì, estrema periferia Est. Le lucciole brillano sempre. E se qualcuna si spegne, ce n'è già un'altra pronta a sostituirla. In una notte senza fine, tra i piccoli falò e la fila delle auto in attesa.