Marijuana libera, perché quel sì di Cantone non convince

Le pesanti dichiarazioni del presidente dell'Anac, e tutte quelle incognite sui giovani

I minorenni continuerebbero a comprarla illegalmente e i maggiorenni, davvero ad un prezzo così superiore alla concorrenza della malavita, sceglierebbero l'opzione monopolio?

Più che un sasso un macigno quello lanciato a Radio Radicale dal presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione Raffaele Cantone, che ieri, è stato interpellato sulla proposta di legge sulla legalizzazione della cannabis. Cantone si è detto favorevole a patto che non manchino i controlli.

“Credo – ha dichiarato - che una legalizzazione intelligente possa evitare il danno peggiore per i ragazzi, cioè entrare in contatto con ambienti della criminalità. Questo mi porta ad essere molto più laico”

Parole che hanno scatenato un prevedibile putiferio, soprattutto mediatico: da un lato i detrattori, fra i quali figura il vicepresidente del senato, Maurizio Gasaparri, che ha accusato Cantone di arrivismo politico e strumentalizzazione, dall'altro chi invece chi ha visto nelle parole del presidente dell'Anac un'apertura attesa da tanto tempo.

Noi crediamo sia necessario partire dalla proposta di legge che si sta discutendo in Parlamento che, mai come stavolta, sembra vicina all'approvazione, vista le firme congiunte del Pd, Cinque Stelle e Sel.

La stessa legge, come nel caso dell'alcool e delle sostanze psicotrope, non aprirebbe certo il consumo ai minori che rappresentano oltre il 70 % dei consumatori in Italia. Loro, presumibilmente,continuerebbero a comprarla illegalmente.

Inoltre, pur volendo ammettere che quel termine così generico (ragazzi) si riferisse agli altri giovani consumatori sopra i diciotto anni, una riflessione è comunque d'obbligo. Ossia, che le mafie non pagano certo l'acqua, la luce e il personale per coltivare cannabis, e quindi il prezzo da loro offerto risulterebbe sempre più competitivo.

Basterà l'assicurazione di non incorrere sanzioni legali a far scegliere ai giovani che non se la coltiveranno da sé, un consumo più costoso? Questo è tutto da vedere.

Anche se, la diffusione delle sigarette, ci dimostra che quando il vizio c'è, non si bada certo a spese.

Ma è pur vero che, rispetto al tabacco, i costi di produzione sarebbero più elevati. Come spiegava Nicola Gratteri, procuratore di Catanzaro, durante un'esperimento di coltivazione della cannabis si era stimato che il prezzo di vendita, considerate le spese sopratutto legate al personale, oscillerebbe fra gli otto e i dodici euro a grammo. Non proprio come i pacchetti di sigaretta insomma.

Certo, come spiegato anche dal nostro direttore in una precedente articolo d'approfondimento sul tema (LEGGILO), è pur vero che la legalizzazione della cannabis potrebbe aprire per la Campania un nuovo mercato: legato alla rivendita delle produzioni ai monopoli che saranno gli UNICI a poterla poi distribuire come accade per il tabacco. Oltre alle sovvenzioni che riceverebbero gruppi di ragazzi che volessero lanciarsi nell'attività di coltivazione.

Un'economia, quella dalla canapa, che in Campania troverebbe tanti territori che si prestano splendidamente: dall'agro-nocerino sarnese, alle zone dell'Alta Irpinia e del serinese, senza dimenticare le aree del casertano.

Ora, non ci resterà che vedere se la legge sarà approvata davvero e, se così fosse, quanto incidente si rivelerà: quella sulle unioni civili, sulla quale tanto si è discusso, poi si è subito rivelata largamente imperfetta. Portandosi dietro inevitabili strascichi.

Ciò che è certo, è che quell'affermazione di Cantone: legalizzare la cannabis per tenere i giovani lontana dalla criminalità, ci sembra francamente troppo ottimistica.

Andrea Fantucchio