di Luciano Trapanese
Ci hanno preso in giro per anni. I campani affogheranno nella loro immondizia. Ci hanno costretti ad elemosinare uno spazio nelle loro discariche. Racimolando una serie di no, di risposte umilianti (soprattutto dalle leghiste Lombardia e Veneto). Abbiamo implorato solidarietà. E solo in parte l'abbiamo ottenuta. La Campania vergogna dell'Italia. L'immagine di Napoli invasa dai sacchetti ha fatto il giro del mondo. Con danni gravissimi e una nomea che ancora ci perseguita. Nonostante l'emergenza sia finita da un pezzo.
Sono passati otto anni. Roma, la capitale, si trova nella stessa situazione. Anzi peggio. Perché la lezione campana avrebbe dovuto convincere chi poteva che continuare con la politica dei buchi da riempire di immondizia porta ad un inevitabile disastro.
Per la nostra regione l'equazione fu facile. Accade a Napoli e in tutta la regione perché è la camorra che ha interessi. Forse era vero, forse non del tutto. Il punto ora è: a Roma chi ha avuto interessi. I signori delle discariche? Mafia Capitale? L'inconcludente amministrazione comunale? Certo non si può tirare in ballo la camorra: era una ipotesi credibile, ma anche un generoso alibi. Che per la Città Eterna non funziona.
Ora in Campania la differenziata si fa. Benissimo, come a Salerno e in molti comuni più piccoli. Bene, come ad Avellino e Benevento. In modo sufficiente altrove (un po' meno a Napoli). Ma si fa. Sembrava una chimera. Invece la soluzione si è trovata. Le abitudini di tanti (non di tutti, purtroppo), sono cambiate. La sporca e incorreggibile Campania si è vestita di civiltà. E' uscita dal limbo. Ora resta la pesante eredità di quella stagione. Le ecoballe da smaltire, le discariche da bonificare (la Terra dei Fuochi è un'altra storia: vero imprese del nord?). Ma siamo oltre, per fortuna. E possiamo guardare a Roma come Roma guardava Napoli. Anzi di più. Perché Roma non è neppure all'anno zero.
E cosa si fa per risolvere la questione nella Capitale? Polemiche. Il Pd in trincea contro il neo sindaco Raggi. Una posizione come minimo fuori luogo: chi ha creato questa situazione, l'amministrazione appena eletta o chi ha governato per decenni (in alternanza con il centrodestra)? E il sindaco Raggi cosa fa: nomina assessore una donna competente ma in palese conflitto d'interesse. Non proprio una buona idea. E le altre regioni? Quelle non cambiano atteggiamento: i vostri rifiuti non verranno mai da noi. Solidarietà zero. E non hanno torto. Come non avevano torto le regioni che dicevano no alla Campania. Con una aggravante, ora. All'epoca molte regioni a guida Pd, dietro anche la spinta del governo (Prodi prima e Berlusconi dopo), le porte delle discariche le hanno comunque aperte. Ora, per il primo cittadino Cinque Stelle, nessuno è disposto ad offrire una soluzione, anche temporanea.
Risultato: Roma in condizioni pietose, strade piene di rifiuti, topi in crescita esponenziale, strade come gruviera. E situazione economica molto prossima al dissesto. Certo, poco importa che la capitale è piena di turisti. E che torneranno a casa con l'immagine la puzza di una città eterna più che decadente.
Le colpe sono di tanti. Soprattutto di chi ha lasciato che la questione rifiuti diventasse emergenza. Buttare la croce sulla nuova amministrazione serve solo a peggiorare le cose. E intanto la situazione igienico sanitaria rischia di precipitare. Lo stesso rischio che ha vissuto per anni la Campania.