Sanità pubblica, l'ira di Savio: quanta disumanità e barbarie

"Una società capitalistica divisa in classi, cioè tra padroni sfruttatori"

Domenico Savio: “Trionfi la lotta di classe del proletariato isolano per migliorare le sue condizioni di vita attuale e per costruire una nuova società di vera giustizia e uguaglianza sociale.”

“La sanità pubblica italiana, nonostante le rassicurazioni dei vari ministri e dei governi della borghesia, oramai da tempo subisce un continuo processo di arretramento, di inadeguatezza alle esigenze della popolazione, di aumento continuo e insostenibile dei costi fatti pagare agli assistiti sui medicinali, sulla diagnostica e per i medicinali che sempre più numerosi non vengono prescritti dal servizio sanitario nazionale, a tal punto che tanti malati non hanno più la possibilità di curarsi per mancanza di possibilità economiche. Insomma, per i ricchi è più facile curarsi e per i poveri morire. Questa è l’ennesima disumanità e barbarie della società capitalistica divisa in classi, cioè tra padroni sfruttatori e lavoratori sfruttati, tra ricchi e poveri.” E’ quanto afferma in una dura nota Domenico Savio.   

“Tali carenze assistenziali sono ataviche per le popolazioni dell’isola d’Ischia, come quelle delle altre isole del golfo partenopeo che hanno varie difficoltà di collegamenti con le strutture sanitarie della terraferma, che scontano i maggiori e insostenibili costi di viaggio, di tempo e di permanenza in continente non solo per i malati ma anche per l’assistenza familiare e si sono progressivamente e paurosamente aggravate negli ultimi anni.

L’ospedale Anna Rizzoli di Lacco Ameno è del tutto inadeguato alle esigenze della popolazione residente e dei milioni di presenze turistiche all’anno, con mancanza di posti letto e spazi per le diverse attività ospedaliere e per la degenza; la SIR di Villa Orizzonte per i malati psichiatrici è stata chiusa; è stato soppresso il punto di primo intervento di Ischia Porto; l’oncologia, il centro prenotazioni e quello di salute mentale sono collocati in ambienti inadeguati e da tempo attendono una sistemazione rispondente ai compiti istituzionali che devono svolgere; visite specialistiche sospese; prenotazioni diagnostiche dopo mesi; interventi chirurgici sospesi; mancanza di medici, anestesisti, infermieri e altro personale indispensabile per il buon funzionamento dell’ospedale, degli ambulatori e del pronto soccorso; soppressione della mensa per l’assistenza familiare e del bar. E’ una situazione raccapricciante da “mondo sconosciuto”.

A fronte di tali gravi carenze della sanità isolana e nonostante i lavoratori e i pensionati abbiano versato allo Stato contributi assistenziali per l’intera vita lavorativa oramai da decenni i governi di centrodestra, di centro, di centrosinistra e tecnici procedono a tagli radicali alla spesa per la sanità pubblica alimentando quella privata e costringendo tanti cittadini a non potersi curare adeguatamente. Mentre la sanità soccombe sotto la scure del potere politico borghese, cattolico, capitalistico e imperialistico di sinistra, di centro e di destra il governo di Matteo Renzi del partito democratico e del nuovo centrodestra si appresta a trovare 150 miliardi di euro per soccorrere il sistema bancario in crisi di liquidità. Ma i banchieri dove hanno messo i depositi dei cittadini che per poterli riavere devono versarli nuovamente alle banche attraverso le tasse pagate dai contribuenti allo Stato? E dove sono le promesse sulla sanità isolana del presidente della regione Campania Vincenzo De Luca? E non parliamo dei 19 miliardi di euro di decontribuzione che lo stesso governo Renzi ha regalato ai padroni del vapore attingendo pure dalla dimezzata indennità di disoccupazione per i lavoratori stagionali del turismo e senza creare nuova occupazione? E’ solo una vergogna politica e sociale senza fine.

Sulla drammatica realtà della sanità ischi tana, spiega Savio, negli ultimi anni si è formato un comitato unitario rivendicativo, che ha visto e vede unite realtà politiche di destra, di centro e della sinistra democratica, revisionista e opportunista, sindacali, associazioni e la chiesa della Diocesi di Ischia. Un comitato unitario che sulle varie carenze sanitari evidenziate sino ad oggi non ha conseguito alcun risultato avendo raccolto solo promesse di potere mai mantenute. Le ragioni del fallimento stanno nella natura politica e sociale di sistema del comitato, che non ha mordente di classe lavoratrice e che di conseguenza non individua, processa politicamente, pubblicamente e istituzionalmente i responsabili dei partiti al potere dell’Italia e della regione Campania e i loro eletti, tutti responsabili della catastrofe della sanità isolana. Al contrario il comitato consente a responsabili eletti dei partiti di governo nazionale e regionale di ieri e di oggi di partecipare alle sue iniziative, di prendere la parola e di farsi persino propaganda politica ed elettorale. Un’assurdità e complicità nella sconfitta che non può essere tollerata da chi ha veramente a cuore le sorti della sanità pubblica sull’isola. I responsabili della malasanità non possono e non devono stare tra chi li contesta per il loro malgoverno. Basta ipocrisie, basta opportunismo, basta assuefazione al potere dominante responsabile dei nostri mali sociali. Un comitato che non prende ancora coscienza del fatto che per risolvere bene e definitivamente le carenze attuali della sanità pubblica nel nostro paese occorre cambiare l’ordine sociale e il potere politico attualmente dominanti.

Per tali semplici ed evidenti ragioni il Partito Comunista Italiano Marxista-Leninista non ha mai fatto parte e non fa parte del suddetto comitato, pure perché su tale base di aggregazione e di operatività non crede nella sua positiva esistenza per la soluzione degli obiettivi che si vogliono raggiungere. Però essendo un Partito rivoluzionario della classe lavoratrice operaia e intellettiva, che è quotidianamente perseguitata e repressa nei suoi bisogni di vita dal potere borghese, clericale e capitalistico dominante, partecipa alle iniziative promosse dal comitato unitario coi suoi simboli e la sua autonomia ideologica, politica e di lotta di classe per mettere a disposizione dell’iniziativa il suo contributo di presenza e di confronto naturalmente se è benaccetto dai promotori e organizzatori della manifestazione, anzi se la sua presenza non dovesse essere bene accolta le venga comunicato prima, in modo da evitare di recarsi sul luogo del raduno e invita la classe lavoratrice isolana a partecipare compatta.”

Domenico Savio conclude la sua nota con questo auspicio: “Trionfi la lotta di classe del proletariato isolano per migliorare le sue condizioni di vita attuale e per costruire una nuova società di vera giustizia e uguaglianza sociale.”

Redazione Na